La provincia è sempre più anziana

Nei dati Censis analizzati dalla Cisl la Bergamasca ha visto gli over 80 crescere del 36 per cento in 10 anni

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di Francesco Donadoni

La Bergamasca è una provincia sempre più vecchia. Lo confermano i dati dell’osservatorio Censis-Tener Capital analizzati da uno studio della Cisl provinciale. Nel 2011 gli over 65 erano 195.038 su una popolazione nella provincia di 1.098.740, quindi il 17,75%. Nello stesso anno gli over 80 erano 51.778 sul totale della popolazione, una percentuale del 4,71 %; e il 26,55 % degli over 65. Nel 2021 gli over 65 sono 236.605 sulla popolazione dell’intera Bergamasca di 1.103.556 cittadini: il 21,44 per cento, mentre gli over 80 sono 70.329, pari al 6,37% e gli over 65 sono il 29,72%. La popolazione che ha superato gli 80 anni è aumentata in 10 anni (+18.551) del 35,83%, gli over 65 sono cresciuti di 41.567 unità, pari al 21,31%.

"Viviamo in una società che sta sempre più invecchiando, o meglio rispetto al passato ha opportunità di condurre una vita sociale ed economica molto più vantaggiosa – spiega Roberto Corona, segretario provinciale di Fnp Cisl – Gli stili di vita, la stessa alimentazione e il mondo del lavoro con i vari miglioramenti hanno contribuito al benessere delle persone. Ed è anche vero che l’invecchiamento non riguarda la nostra singola provincia ma tutto il nostro Paese e il mondo occidentale ed economicamente avanzato".

Dallo studio del Censis emerge l’importanza per gli anziani del denaro contante, che li fa sentire in grado di affrontare alcuni effetti della loro vulnerabilità. In particolare il valore psicologico del cash è superiore ai costi economici amplificati dall’inflazione. Infatti il 54,3% degli anziani non ha alcuna intenzione di utilizzare per investimenti il risparmio che detiene in contanti.

"Questa situazione cozza fortemente con la politica delle banche, che sta desertificando zone sempre più ampie della nostra provincia, sorda a qualsiasi richiamo ai problemi che queste operazioni creano alla clientela, in particolare agli anziani che hanno scarsa dimestichezza con gli strumenti digitali e – continua Corona – impedisce allo stesso sistema bancario di svolgere sempre quel ruolo sociale, a fianco di famiglie e imprese, che è determinante per lo sviluppo e la crescita economica".

Tra gli anziani con almeno 75 anni, quasi la metà (47,8%) soffre di multicronicità, con conseguenze rilevanti sulla vita quotidiana. Quota che sale a oltre il 55% nel Sud-Isole ed è più alta tra le donne (52,4%) rispetto agli uomini (40,9%). Al vertice della graduatoria delle paure percepite degli anziani si colloca la non autosufficienza, indicata dal 44% degli anziani. "Fnp Cisl da tempo chiede con insistenza che la riforma sanitaria della nostra regione non sia scritta in modo da obbligare ad aspettare tempi infiniti per veder applicate le varie migliorie; che si dia forza a un progetto di rinnovamento del socio-assistenziale sul territorio, che viva sempre più il legame tra persona e territorio; promuovere i servizi alla persona come progettualità di una nuova proposta occupazionale, che interpreti i nuovi bisogni, riconoscendone il lavoro e i diritti".