La pandemia lascia a terra anche i bus

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L’effetto della pandemia si è fatto sentire pesantemente anche sul trasporto pubblico locale bergamasco. Sono crollati gli introiti da biglietti e abbonamenti: dagli oltre 36 milioni di euro del 2019, ai 22 milioni del 2021, con un calo di 14 milioni di euro, il 38% in meno. Mentre, per contro, i chilometri percorsi annui nel 2021 sono aumentati del 5,9% rispetto al 2019 (il 2020, con le chiusure legate ai lockdown, fa storia a sé), con punte mensili, in alcuni periodi del 15%. Un aumento necessario per garantire il rispetto delle regole anti-Covid (cambiate più volte nel corso dell’anno, anche in base all’andamento dei contagi) e la sicurezza dei passeggeri, ma che ovviamente produce ricadute economiche. È quanto emerge dalla relazione sull’andamento dell’esercizio 2021 stilata dall’Agenzia del trasporto pubblico locale di Bergamo, che ora è in attesa di capire quanto verrà messo sul piatto per i ristori dei mancati introiti per il 2021 e 2022, dopo i circa 16,1 milioni arrivati per i mancati introiti del 2020. "Sarà quindi necessario guardare all’intero triennio e fare una valutazione - sottolinea il direttore dell’Agenzia di trasporto pubblico locale di Bergamo, Emilio Grassi -. A oggi sono aperti gli interrogativi sulla sostenibilità del sistema. È un problema che riguarda tutta l’Italia". È praticamente certo che con l’estate scatteranno degli aumenti tariffari. "L’inflazione - conclude Grassi - sta viaggiando oltre il 3%, è facile prevedere che porterà a un aumento del costo dei contratti con le aziende di almeno 800-900mila euro". Grassi rimanda a giugno i ragionamenti sui numeri, ma ricorda che l’aggiornamento delle tariffe "era previsto già lo scorso anno".

Michele Andreucci