La frana di Tavernola fa paura Primi finanziamenti per bloccarla

Oltre un milione di metri cubi di materiale è in continuo movimento dal febbraio del 2021. La Regione stanzia 4,8 milioni per un progetto che complessivamente ne costerà quindici

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di Milla Prandelli

La Regione si schiera a fianco del territorio del Sebino bresciano e bergamasco e lo fa disponendo il finanziamento della prima parte dei lavori di messa in sicurezza della frana del Monte Saresano, sopra Tavernola Bergamasca, che dal febbraio 2021 tiene il Sebino con il fiato sospeso a causa dei suoi due milioni e 100mila metri cubi di materiale sospeso sulla testa di una parte della cittadinanza del paesino della sponda bergamasca, sul sottostante cementificio e sulle acque del lago, dove non è esclusa la possibilità di registrare la formazione di un’onda anomala che andrebbe prima a colpire Monte Isola e poi diversi paesi affacciati sulla sponda bresciana.

La paura ha fatto capolino quando l’imponente frana ha accelerato il proprio movimento, come spiega il sito dell’Arpa, che tiene monitorata la situazione con una strumentazione apposita dal 25 agosto del 2021, tramite un sistema di interferometria radar da terra con un sensore posizionato in prossimità del municipio di Tavernola e che si avvale anche dei dati forniti dal sistema di monitoraggio sia automatico che manuale della Società che gestisce la miniera (costituito dalla stazione totale topografica con 55 mire ottiche, Gps, estensimetri superficiali e in foro, inclinometri, cavi Tdr e la stazione meteo).

Passata la fase di allerta, che ha portato alla evacuazione del cementificio posto alla base del pendio e di alcune abitazioni limitrofe, la chiusura di due strade provinciali e di una comunale e l’approntamento di piani di protezione civile che hanno coinvolto tutti i comuni affacciati sul lago d’Iseo, l’Autorità di bacino lacuale dei laghi d’Iseo, Endine e Moro, anche in nome dei sindaci dell’area, ha iniziato il proprio lavoro, mirato alla messa in sicurezza, che ha portato a un progetto articolato, al momento suddiviso in tre step.

La Regione Lombardia, con il suo assessorato al territorio e protezione civile, ha disposto il primo finanziamento di 4 milioni e 810mila euro all’interno del Piano Lombardia, che indica gli "interventi urgenti e prioritari per la difesa del suolo": il costo dell’intero progetto sarà di 15 milioni di euro. "Questo finanziamento – ha sottolineato Alessio Rinaldi, presidente dell’autorità di bacino – è la prima di tre tranches. Le restanti saranno a carico dello Stato, e saranno erogate nei prossimi due anni".

Il team di esperti della società Georicerche srl di Bolzano continua, nel frattempo, con gli studi, le indagini e le analisi del terreno sul posto, per trarre dati necessari al completamento del progetto definitivo esecutivo di messa in sicurezza, affidato da Autorità di Bacino alla società Alpina spa di Milano.

"I dati – ha chiuso il presidente Rinaldi – verranno infine forniti ai ricercatori del Politecnico di Milano, per poi essere studiati, elaborati e presentati ad inizio 2023".