L’ennesima lite si è trasformata in omicidio

La convivenza difficile tra i due parenti nella villa di Pedrengo: la donna era esasperata dalle richieste di assistenza del cugino

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di Francesco Donadoni

Una convivenza che con il tempo aveva incrinato i rapporti di parentela sfociando, domenica sera, in omicidio. I due cugini stavano cenando, come altre sere. Ma il clima in casa non era tranquillo: tutt’altro. Pare infatti, come hanno ricostruito i carabinieri, che tra Eliana Mascheretti, 61 anni, ingegnere e dipendente della 3M di Grassobbio, e suo cugino, Giuliano Mascheretti, 73 anni, ex professore di Italiano in pensione, ci fosse tensione. Entrambi non sposati, dal 2015 vivevano assieme nella villa di famiglia (di proprietà dei genitori di Eliana) in via Camozzi, a Pedrengo. Secondo le prime ammissioni della donna, il cugino era diventato insistente, petulante nelle sue richieste. E a poco a poco la cugina è come se fosse diventata la sua badante. Ad accentuare questa situazione di malessere, può essere stata anche la forzata chiusura in casa per via del Covid.

Domenica tra i due c’è stata ancora una discussione per gli stessi motivi. Ma la situazione è sfuggita di mano ed Eliana, in preda all’ira, preso un martello da un cassetto e ha colpito il cugino più volte, in più parti del corpo, anche il testa. Alla vista del sangue si è pentita di quello che stava facendo e si è fermata. Ha iniziato a medicarlo, lo ha lavato per pulire le macchie di sangue. Poi ha allertato il 118, ma probabilmente era troppo tardi: pochi minuti dopo lui è caduto a terra, probabilmente per un’emorragia. Quando i soccorritori sono arrivati il 73enne era già morto. Erano le 23 di domenica sera. Per i carabinieri e la procura, pm Emanuele Marchisio, è un omicidio preterintenzionale. Lei è stata arrestata.

Ora si attendono gli esiti del’autopsia per chiarire se il decesso dell’ex professore è direttamente riconducibile ai colpi inferti con il martello, oppure a un malore sopraggiunto. All’arrivo dei carabinieri, la donna ha iniziato a raccontare quello che era accaduto. Una convivenza non facile, tra parenti: sembra che la vittima chiedesse spesso assistenza alla cugina, e che lei avesse l’intenzione di portarlo in una Rsa: le discussioni erano frequenti. La Mascheretti è molto conosciuta a Pedrengo: il padre Silvio era stato per anni segretario comunale, lei portava spesso in vacanza i figli delle famiglie immigrate che le davano una mano nella manutenzione della villa. Fino a qualche tempo fa aveva ospitato una famiglia boliviana nella villa dove ora c’è il sigillo dei carabinieri.