Bergamo, sesso con lo studente di 13 anni: la prof confessa

In lacrime davanti al gip per la relazione con il tredicenne: "Gli avevo detto: meglio smettere. Solo ora capisco quanto è grave"

La donna è stata ascoltata in Tribunale a Bergamo

La donna è stata ascoltata in Tribunale a Bergamo

Bergamo, 26 giugno 2018 - Prima di entrare nell’ufficio del gip del tribunale di Bergamo Marina Cavalleri, si guarda intorno con circospezione. Quasi a voler scovare la presenza di qualche giornalista. Quindi lancia uno sguardo al suo legale, l’avvocato Roberto Giannì, fa un grosso respiro e varca la soglia del locale, dove per un quarto d’ora circa, interrompendosi più volte a causa di attacchi di pianto, spiega al giudice cosa l’abbia spinta qualche settimana fa (i fatti sono assai recenti) a intraprendere una relazione e a fare sesso con un suo studente di 13 anni (da pochi giorni ha compiuto i 14). È durato pochi minuti, ieri mattina, l’interrogatorio dell’insegnante 40enne di scuola media di un comune della provincia di Bergamo finita agli arresti domiciliari settimana scorsa con l’accusa di atti sessuali con minore.

Entrata intorno a mezzogiorno nell’ufficio del giudice delle indagini preliminari, la donna, molto provata, è uscita intorno alle 12.20, dopo aver fornito una chiara confessione su quella storia d’amore proibita. «Mi ero innamorata del ragazzo – ha detto tra le lacrime al magistrato – ho perso la testa e ho sbagliato, anche perché sono in un momento assai difficile della mia vita, visto che mi sto separando da mio marito (l’insegnante ha due figli piccoli, ndr). A un certo punto ho detto allo studente che stavamo sbagliando tutto, che era meglio smettere di vederci. Ma lui non ne ha voluto sapere, ha insistito e io non sono stata capace di troncare la relazione. Solo adesso mi rendo conto della gravità dei fatti che mi vengono contestati».

Al termine dell’interrogatorio, l’avvocato Roberto Giannì ha chiesto al gip la revoca degli arresti domiciliari e, in subordine, la concessione di una misura meno afflittiva, come il divieto di avvicinarsi alla vittima. Il giudice si è riservato la decisione, anche perché prima deve sentire il parere del pm Davide Palmieri, titolare dell’inchiesta. A dare il via all’indagine, qualche settimana fa, è stata una segnalazione giunta in Procura sul flirt fra la professoressa e il suo studente. La “soffiata”, però non è arrivata dalla scuola, dove nessuno si era accorto di quello che stava accadendo. I due sono stati seguiti ed è stato accertato che si appartavano nell’auto dell’insegnante. Le intercettazioni hanno confermato i sospetti sul tenore dei loro incontri. Dalle indagini non è emersa nessuna costrizione. Ma anche se il minorenne è consenziente, la persona adulta non può stringere una relazione. A 13 anni non si è in grado - secondo la legge - di esprimere un consenso consapevole. Per questo è prevista una pena da 5 a 10 anni.