Bergamo, paziente morta nell'incendio all'ospedale: tracce dell’accendino sul corpo

Ecco i primi risultati dell’autopsia: la 19enne è morta per le ustioni e le esalazioni di monossido di carbonio. Continuano gli accertamenti per risalire all’innesco del rogo

Incendio all'ospedale di Bergamo

Incendio all'ospedale di Bergamo

Bergamo, 22 agosto 2019 - Le esalazioni del monossido di carbonio e le ustioni sul corpo sono la causa della morte della giovane 19enne deceduta nell'incendio sviluppatosi alla Torre 7 dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo il 13 agosto scorso. Lo conferma l’autopsia, effettuata dal pm Letizia Ruggeri questa mattina. Inoltre, sul corpo della ragazza che era ricoverata nel reparto di Psichiatria, da cui appunto è partito l’incendio, sono state trovate tracce di un accendino bruciato che pareva essere scomparso nella stanza di ospedale. 

Ora l'esame autoptico dovrà chiarire le cause e i tempi del decesso. Da quest’ultimo dettaglio – che emergerà anche dall’esame tossicologico sulla giovane – si potrà anche capire se, con un intervento ancor più tempestivo del personale, la ragazza si sarebbe potuta salvare. Continuano intanto gli accertamenti per risalire all’innesco del rogo: dopo i sopralluoghi di lunedì 19 agosto della Scientifica nel reparto di Psichiatria, altri sono stati effettuati dai tecnici dei vigili del fuoco; intanto, il fascicolo aperto dal pm Letizia Ruggeri resta a carico di ignoti, mentre ci vorranno alcuni mesi per l’esito della consulenza dell’ingegner Paolo Panzeri incaricato dalla Procura. Si è infine insediata la commissione tecnico-organizzativa presieduta da Ats e formata da operatori dell’Agenzia di Tutela della Salute e della Asst Papa Giovanni XXIII, che avrà il compito di analizzare quanto accaduto dal punto di vista organizzativo e procedurale.