Bergamo, paziente morta nell'incendio all'ospedale: s’indaga sui tempi dei soccorsi

Oggi l’autopsia per chiarire se Elena poteva essere salvata

Incendio all'ospedale di Bergamo

Incendio all'ospedale di Bergamo

Bergamo, 22 agosto 2019 - I sopralluoghi della Scientifica e dei vigili del fuoco. L’inchiesta della Procura, l’indagine dell’Agenzia di tutela della salute e l’autopsia, prevista per oggi, sul corpo di Elena Casetto, la paziente di 19 anni morta nell’incendio scoppiato il 13 agosto nel reparto di Psichiatria dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.

Al medico legale Antonio Osculati dell’Università di Varese l’incarico di chiarire le cause del decesso. Occore stabilire se a uccidere Elena - che era legata nel letto per evitare gesti di autolesionismo - siano state le ustioni o l’intossicazione da fumo. Ma, soprattutto, è importante fissare i tempi. Un dettaglio che permetterebbe di capire se, con un intervento ancor più tempestivo del personale dell’ospedale, la ragazza si sarebbe potuta salvare. A maggior ragione considerando che, per legge, una stanza di ospedale dovrebbe avere materiale ignifugo. All’autopsia parteciperà anche il consulente nominato dall’avvocato Ivano Capeto di Caltagirone, legale dei famigliari di Elena. Intanto alla torre 7 dell’ospedale, dove si trova la psichiatria, la situazione sta tornando alla normalità: il secondo piano è stato riaperto e i 12 pazienti di oncologia e i 12 di nefrologia sono potuti rientrare in reparto.

Mentre proseguono le indagini della Squadra mobile di Bergamo coordinata dal pm Letizia Ruggeri. Lunedì è stato effettuato un nuovo sopralluogo della polizia scientifica e dei pompieri nella camera dove era ricoverata Elena. La camera da dove è partito l’incendio. Si cercano indizi, elementi utili a indirizzare le indagini su una pista più definita. Ad oggi l’ipotesi più accreditata porta a credere che ad appiccare l’incendio possa essere stata la stessa vittima. Presumibilmente con un accendino. Anche se di quell’accendino non è risultata alcuna traccia. In parallelo al lavoro degli investigatori, ieri sono iniziati gli accertamenti anche dell’autorità sanitaria. La commissione richiesta dalla Regione Lombardia per fare chiarezza sulle eventuali responsabilità dell’ospedale, è composta da sei dirigenti dell’Agenzia di tutela della salute e coordinata da Carlo Alberto Tersalvi, direttore sanitario dell’Ats di Bergamo. Il pool di esperti avrà in particolare tre compiti: la verifica dell’organizzazione aziendale del Papa Giovanni XXIII per la gestione delle emergenze; la verifica del mantenimento dei requisiti autorizzativi e di accreditamento, sia strutturali e tecnologici generali, sia per quanto riguarda la dotazione organica per le Unità operative di psichiatria; la verifica della corretta gestione clinico-assistenziale del paziente. Nella delibera di istituzione della commissione sono peraltro previste, in caso di necessità, la possibilità di integrarne gli scopi e la possibilità di ampliarne la composizione con figure specialistiche. Nei prossimi giorni inizierà l’esame della documentazione già trasmessa dall’ospedale.