Bergamo, incendio in carcere: sgomberati i detenuti

Sette agenti della Polizia Penitenziaria restano intossicati. Il rogo scatenato da un black-out negli scantinati

Carcere di Bergamo

Carcere di Bergamo

Bergamo, 24 agosto 2020 - Il denso fumo ha invaso in brevissimo tempo il piano terra e le sezioni del primo piano del carcere di Bergamo e se non fosse stato per la prontezza di alcuni agenti della polizia penitenziaria in servizio in quel momento nella struttura sarebbe stata una tragedia. Nella casa circondariale c’è la sensazione che il blackout e il conseguente cortocircuito che ha provocato un incendio negli scantinati poteva aver conseguenze drammatiche. Sette agenti sono rimasti intossicati, ma dopo essere stati visitati in ospedali se la sono cavata con una prognosi di cinque giorni. «Poteva andare decisamente peggio- commenta Alfonso Greco, il segretario regionale del Sappe, il sindacato autonomo di polizia penitenziaria. Quando succedono questi incidenti se non si ha la prontezza di intervenire la situazione può diventare traumatica. Forse siamo abituati a gestire queste situazioni perché ci troviamo in perenne emergenza». 

È successo nel pomeriggio di sabato quando un improvviso blackout ha tolto l’energia elettrica alla struttura nel reparto reclusione della casa circondariale di Bergamo. Il denso fumo ha riempito tutto il piano terra e ha raggiunto le sezioni del primo piano. Gli agenti della penitenziaria in servizio in quel momento hanno raggiunto immediatamente le celle e hanno fatto evacuare i detenuti che sono stati portati nell’area “passeggi“. Tutti i detenuti sono rimasti illesi. Sette agenti invece sono stati intossicati dalle esalazioni di fumo compresi il comandante e l’ispettore di sorveglianza generale, di questi tre sono stati portati dalle ambulanze intervenute presso l’Ospedale e successivamente dimessi con prognosi di cinque giorni. 

«Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari, coordinati al meglio dall’Ispettore di servizio e dal Comandante - commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe -. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari in servizio nel carcere. Quanto accaduto nel carcere di Bergamo è sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti, ma è evidente che l’amministrazione penitenziaria deve trovare serie e urgenti soluzioni alla grave situazione riferita all’organico del reparto di polizia penitenziaria del carcere di Bergamo».