In tre anni sono sparite 8mila ditte

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Negli ultimi tre anni sono sparite oltre 8mila imprese artigiane, 8.155 per l’esattezza, pari al -3,4% delle 233.402 che ancora resistono. Ad eccezione di Varese, dove il numero delle aziende è cresciuto del 2,8%, tutte le altre province della Lombardia hanno il segno meno, con Mantova che guida la poco invidiabile classifica addirittura con -10%, seguita da Cremona (-6,8%) e Pavia (-6,5%).

"La pandemia e le speculazioni sui costi energetici e delle materie prime hanno inciso molto - spiega Giovanni Bozzini (nella foto), presidente di Cna Lombardia - Al presidente Fontana chiediamo di mettere al centro l’accesso al credito alle imprese, sappiamo qual’è oggi il costo del denaro, poi occorre una sburocratizzazione generale, l’autonomia differenziata e l’attenzione al tema dell’energia". Le note positive non mancano, nei primi nove mesi del 2022, il valore delle esportazioni nella nostra regione è stato pari a 120 miliardi di euro, con una crescita del +21% rispetto allo stesso periodo del 2021. Le province che si sono contraddistinte per il contributo positivo alla bilancia commerciale sono state Lodi (+51%), Cremona (+39%), Brescia (+36%) e Sondrio (+33%). Confrontando i dati del 2019 con quelli del 2022 a guidare l’export c’è il settore agroalimentare con una crescita del 36% da 4,8 a 6,6 miliardi di euro, poi ci sono la chimica e la plastica con +32% (da 20,6 miliardi a 27,2), la metallurgica e i metalli sono quasi raddoppiati mettendo a segno un +45% (da 14 a 21 miliardi), la meccanica +16% (da 34 a 40 miliardi), il sistema moda +23% (da 10,4 a 12,8 miliardi di euro). Sono cresciuti anche gli investimenti con un +18,7%, ma c’è ancora da lavorare sui consumi che sono calati dello 0,5%, anche se quest’ultimo effetto potrebbe essere legato alla ripresa dell’inflazione in doppia cifra.