Imprenditore bloccato da 9 mesi: "Voi al mare, io dimenticato in Cina"

L'uomo punta il dito contro lo Stato che non lo aiuterebbe a tornare in Italia

Valentino Sonzogni

Valentino Sonzogni

Bergamo, 14 agosto 2018 - «E' in questi momenti che sento maggiormente la mancanza della mia patria, non potendo partecipare ai riti collettivi ai quali anche io, come tutti, ero abituato fin dall’infanzia». Sono parole di Valentino Sonzogni, l’imprenditore di Almè, nella Bergamasca, che da otto mesi è bloccato in Cina. Le autorità locali gli impediscono di lasciare il Paese perché la società di cui Sonzogni era legale rappresentante – una joint venture italo-cinese per l’apertura di negozi di abbigliamento in Cina – sarebbe stata al centro di un giro di fatture false.

A pochi giorni da Ferragosto, Sonzogni ha scritto una lettera aperta, come lui stesso l’ha definita, a tutti gli italiani. «Ed eccomi, in un lampo, arrivato a Ferragosto – scrive Sonzogni – quasi nove mesi della mia vita bruciati in una situazione assurda, che ancora non riesco a spiegarmi, tuttora senza una via d’uscita, prigioniero per via di una burocrazia cinese cieca, crudele, disumana, insensata». Sonzogni si è sempre dichiarato estraneo ai fatti e anche le autorità cinesi sembrano credergli, tanto che contro di lui non è stato formulato nessun capo di imputazione. Tuttavia la legge cinese prevede il divieto di espatrio per chiunque abbia pendenze con il Fisco nell’attesa che sia fatta chiarezza. Sonzogni, nonostante l’interesse di parlamentari e diplomatici, punta il dito anche sullo Stato. «Se da un lato le autorità cinesi – scrive – si accontentano di torturarmi a tempo indefinito, dall’altra parte il nostro Stato si limita a chiedere timidamente di lasciarmi andare, ricevendo puntualmente umilianti risposte negative senza motivazioni accettabili, mentre invece dovrebbe prendere seri e pesanti provvedimenti, ossia fare quello che è necessario per liberarmi, qualunque cosa serva». Quindi un ultimo disperato appello: «Finché avrò voce continuerò a chiedere aiuto – conclude Sonzogni – a chiedervi aiuto, perché io rivoglio indietro la mia vita di italiano libero, onesto e lavoratore, che si è visto privare senza motivo del bene più prezioso: la libertà».