"I nostri giovani stanno male" Sos uso di alcol e droga tra i minori

La testimonianza di Enrico Coppola, presidente dell’Aga, l’associazione genitori antidroga che da oltre trent’anni gestisce una comunità di recupero dalle dipendenze a Pontirolo Nuovo

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di Francesco Donadoni

"I nostri giovani stanno male". Ad affermarlo è Enrico Coppola, presidente dell’Aga, l’associazione genitori antidroga che da oltre trent’anni gestisce una comunità di recupero dalle dipendenze a Pontirolo Nuovo. E attualmente si sta confrontando con un crescente numero di minori con comportamenti psicopatologici associati all’uso di alcol e droga. Pensate che i 55 posti a disposizione della comunità sono tutti occupati. I segnali del disagio sono gli episodi di autolesionismo, disturbi alimentari e un rapporto distorto con la sessualità. Tra i ragazzi che si trovano in comunità c’è anche chi è ricorso all’autolesionismo a tagli superficiali sul corpo per procurarsi dolore, chi ha sviluppato disturbi alimentari e chi è stato coinvolto in situazioni che l’hanno portato a vivere la sessualità in modo distorto. Per tutti loro l’Aga ha predisposto progetti di cura sempre più specialistici con un impegno costante di una équipe multidisciplinare composta da 25 professionisti. "La pandemia ha sicuramente peggiorato le cose, ma questa tendenza è iniziata prima – ha sottolineato Enrico Coppola -. Pensare che sia tutta colpa del Covid comporta il rischio di una deresponsabilizzazione. Finito quello finito tutto, ma non è così. Il minino comune denominatore di queste psicopatologie che in alcuni casi sfociano anche in problemi psichiatrici - spiega - è un uso strumentale del proprio corpo a cui i giovani stanno sempre più ricorrendo per sfogare il proprio malessere e la propria aggressività. Purtroppo succede che droga e alcol vengano utilizzate come automedicazione finendo però per aggravare ulteriormente lo stato di disagio psicofisico già compromesso da altri comportamenti patologici". Negli ultimi mesi la preoccupazione degli esperti e delle istituzioni si è concentrata proprio su queste psicopatologie, diretta conseguenza di un disagio che - come sottolinea l’Aga - era già presente prima della pandemia. "La motivazione - continua il presidente dell’associazione - è ancora quella che abbiamo più volte denunciato in passato: purtroppo viviamo in una società basata sul consumismo i cui valori proposti non coincidono con i reali bisogni di crescita e di benessere dei ragazzi. E quanto accaduto negli ultimi due anni non ha cambiato la situazione, anzi". Per l’associazione servono quindi interventi educativi e di sviluppo di comunità che sappiano fare rete soprattutto per intercettare il disagio giovanile precocemente. Ed è importante che i Comuni si facciano promotori di sviluppo e coordinamento di reti per facilitare percorsi aggregativi e sociali, con attenzione alle famiglie con adolescenti. Aga aveva iniziato a promuovere sul territorio a fine 2019 un progetto sperimentale di prevenzione denominato "Progetto scudo". Si tratta di un progetto rivolto ai ragazzi fra l’età delle scuole medie e le superiori che promuove l’avvio di un percorso educativo in contrasto ad ogni forma di dipendenza con al centro la famiglia e il coinvolgimento di scuole, oratori e associazioni sportive.