I detenuti di Bergamo si mobilitano per aiutare la popolazione assediata

"Anche noi volevamo inviare un messaggio di vicinanza a coloro che soffrono per questo terribile conflitto"

Un tessuto sociale vivo anche oltre le sbarre, di sensibilità e umanità che infrange i luoghi comuni. Anche i detenuti del carcere di Bergamo si mobilitano per aiutare la popolazione dell’Ucraina. Insieme ad agenti della polizia penitenziaria e operatori, sostenuti dalla direzione della casa circondariale, hanno dato vita ad una raccolta di generi alimentari: migliaia di confezioni donate nei giorni scorsi, pagate dai reclusi tramite la propria spesa personale e consegnate, attraverso la polizia penitenziaria, all’associazione Zlaghoda, composta dagli ucraini residenti a Bergamo, che da quando la guerra è iniziata si sta occupando di raccogliere viveri, abiti e farmaci. "L’eco delle bombe è giunto fino a noi - raccontano i detenuti -. Quelle immagini sono una tristezza forte. Volevamo fare qualcosa di concreto per chi vive il dramma della guerra. Abbiamo pensato che anche noi, pur in questo luogo di distanza dal resto del mondo, potevamo far arrivare il nostro messaggio di vicinanza a coloro che soffrono per questo conflitto terribile e che non ha nessuna ragione di andare avanti".

Alcuni detenuti hanno veicolato il passa parola, aiutato a raccogliere i viveri e a preparare i bancali. Tutti hanno donato qualcosa, anche chi magari ha pochi euro sul proprio conto. Tra i 503 reclusi del carcere cittadino di via Gleno, ci sono anche tre cittadini di nazionalità ucraina. Uno ha il figlio che si trova a Odessa e vive con grande sofferenza questa drammatica situazione. Anche le detenute della sezione femminile hanno contribuito alla donazione.

Michele Andreucci