Delitto di Gorlago, indagine chiusa. I pm: fu omicidio premeditato

Per la procura di Brescia, Chiara Alessandri pianificò l’uccisione di Stefania Crotti

La casa  di Chiara Alessandri (a sinistra) dove è stata uccisa Stefania Crotti (a destra)

La casa di Chiara Alessandri (a sinistra) dove è stata uccisa Stefania Crotti (a destra)

Gorlago (Bergamo), 31 ottobre 2019 - Un omicidio premeditato. È questa la conclusione della procura di Brescia che ha chiuso le indagini sul delitto di Stefania Crotti, la mamma di 42 anni, di Gorlago, aggredita mortalmente lo scorso 17 gennaio e poi bruciata dall’ex amante del marito, Chiara Alessandri, 44 anni, residente a poca distanza dalla villetta in cui la vittima abitava con il marito, Stefano Del Bello e la figlia Martina, di un anno. Stefania è stata uccisa con quattro colpi di martello in testa. Il corpo di Stefania era stato trovato carbonizzato in un campo di Erbusco, in Franciacorta.

Nell’ipotesi degli inquirenti, la Alessandri avrebbe scatenato una gelosia omicida, nata, cresciuta ed esplosa dopo la fine della relazione col marito di Stefania. Un ménage extraconiugale durato pochi mesi, da marzo ad agosto 2018, interrotto per volontà dello stesso Del Bello nel tentativo di riavvicinarsi alla moglie Stefania dopo un periodo di crisi della coppia. Nell’ipotesi accusatoria, l’idea di perdere l’uomo di cui era ancora innamorata e di vederlo tornare dalla moglie avrebbe alimentato e scatenato la rabbia sorda di Chiara fino al progetto di eliminare Stefania, messo in atto il 17 gennaio con lo stratagemma del falso biglietto di una festa a sorpresa organizzata dal marito, in realtà fasulla: un artificio per convincere la rivale a salire sul furgone di Angelo Pezzotta, un ex dell’Alessandri (estraneo all’inchiesta), fino al garage di casa, a Gorlago. Qui Chiara Alessandri avrebbe colpito Stefania in testa con un martello, caricata sulla sua Mercedes, scaricata in un bosco di Erbusco, dove avrebbe dato alle fiamme il corpo, incosciente ma ancora vivo, tornando poi a casa.

Un omicidio efferato e premeditato, rispetto al quale Alessandri ha negato la distruzione del cadavere, sostenendo di aver sì colpito Stefania nel garage ma per difendersi dopo una prima aggressione da parte della Crotti che nella colluttazione sarebbe caduta, battendo la testa e rimanendo uccisa sul colpo. A quel punto, in preda al panico, lei avrebbe trasportato e abbandonato il corpo di Stefania senza però bruciarlo.