Giorgia Manenti, morta annegata nella ditta di famiglia a Tagliuno: l'ha trovata il papà

La giovane aveva 25 anni. È caduta in una vasca mentre stava sversando del liquido: al momento dell'incidente era al telefono con un'amica

Giorgia Manenti, morta a 25 anni

Giorgia Manenti, morta a 25 anni

Castelli Calepio (Bergamo) - Il dramma ieri all’ora di pranzo a Tagliuno, frazione di Castelli Calepio (Bergamo), nell’azienda di famiglia, la Mega srl, che si occupa di creazione e produzione di packaging per make-up. Giorgia Manenti, di 25 anni, poco prima era morta annegata in seguito a un malore. A trovarla è stato il papà Omar: la figlia, priva di sensi, cadendo era finita con il volto all’interno di una vasca galvanica utilizzata dall’azienda per sciacquare alcuni componenti per la produzione. All’interno pare ci fossero almeno trenta centimetri di acqua e poltiglia, un mix sufficiente per determinarne il decesso. La vasca dove è caduta Giorgia si trovava in fondo alla ditta, in un punto difficilmente visibile: è come se la sorte si fosse accanita, perché un intervento tempestivo forse avrebbe permesso di salvarla. Negli occhi del padre le lacrime per una figlia morta così. Sono intervenuti i carabinieri di Grumello del Monte e i tecnici dell’Ats di Bergamo per ricostruire la dinamica dell’accaduto, apparsa subito chiara: la salma è già stata restituita ai familiari per i funerali.

La cronaca dell'incidente

Sono da poco passate le 13.30. Giorgia, bella e piena di vita (come appare nelle foto pubblicate su Facebook) era appena rientrata dalla pausa pranzo. Dopo aver frequentato l’istituto tecnico Luigi Einaudi, aveva deciso di affiancare i genitori nella ditta di famiglia, dove lavorava come assemblatrice. Esce dal capannone, si dirige verso la vasca esterna per sversare del liquido. È al telefono con un’amica. Si avvicina alla vasca, Giorgia accusa un malore. Si accascia, ma non cade a terra nel piazzale della ditta. La 25enne finisce con il volto all’interno del contenitore in cui c’erano circa trenta centimetri di acqua e poltiglia, residui di lavorazione, come dei pallini. Sfortuna ha voluto che la vasca si trovasse lontana, nel retro del capannone. Altrimenti i soccorsi sarebbero stati più rapidi e avrebbero potuto salvarle la vita. Ma il destino aveva in serbo altro. Scatta l’allarme, si cerca Giorgia in ditta.

I tentativi di salvataggio

Al papà Omar viene in mente di andare a vedere là in fondo, dove si trova la vasca galvanica. E così scopre la figlia con la testa all’interno del contenitore. La tira fuori, ma Giorgia non dà segni di vita. Vengono allertati i soccorsi: partono ambulanza, automedica, l’elicottero, alzatosi in volo dalla base dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Ma quando il personale sanitario raggiunge Castelli Calepio, per la 25enne non c’è più nulla fare: ai medici non resta che accertare il decesso. L’amica che era al telefono con Giorgia, quando ha saputo della disgrazia, è corsa alla ditta, disperata. Il pm di turno ha già concesso il nulla osta per la restituzione della salma ai famigliari, nessuna autopsia: chiara la dinamica in cui si è consumata la tragedia, domani i funerali.

Un tragico bilancio

Si allunga così l’elenco di persone che hanno perso la vita sul posto di lavoro. Giorgia Manenti è l’ultimo nome di un rosario. Un dato drammatico che deve far riflettere: sono in crescita le denunce di infortunio nelle imprese lombarde. A luglio 2022 l’Inail aveva ricevuto 9.067 domande contro le 7.399 dello stesso mese del 2021. A guidare questa triste classifica è Milano (3.164 denunce, circa il 30% in più rispetto a luglio 2021), seguita da Brescia (1.441, +29,4). In controtendenza Bergamo, al terzo posto a livello regionale con 877 denunce, ma che vede un calo rispetto alle 913 di un anno fa.