Associazione a delinquere per evadere il fisco: sequestrati beni per 10 milioni a Bergamo

In manette tre pluripregiudicati con interessi nella Bergamasca e in Campania. Gestivano anche un noto ristorante del centro

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Bergamo, 14 gennaio 2019 - I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo, nell’ambito dell’operazione denominata «Crazy Water», hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre pluripregiudicati, due di origine campana e uno lombarda, nei cui confronti è stato disposto anche il sequestro finalizzato alla confisca di beni per un valore equivalente a 10,6 milioni di euro. Parte dei proventi illeciti, oltre a consentire un elevato tenore di vita da parte degli indagati, sono stati reinvestiti in una società che ha gestito un noto ristorante in Bergamo, le cui quote sono state oggetto di sequestro. Le indagini hanno portato altresì alla procedura di fallimento, innanzi al locale Tribunale, delle due aziende attraverso le quali venivano commessi gli illeciti tributari, nonché al sequestro di beni e disponibilità finanziarie degli indagati tra cui un’abitazione, autovetture, motoveicoli, uno scooter d’acqua e diversi conti correnti.

I provvedimenti giungono all’epilogo di un’articolata indagine condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Bergamo nel corso della quale, erano già stati denunciati 18 persone, 13 dei quali tratti in arresto. Tra questi sei erano finiti in carcere nel settembre 2018 con l’accusa di far parte di un un’associazione per delinquere - di matrice campana ed albanese - dedita ad attività estorsive, rapine, lesioni, spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione, minacce e detenzione illegale di armi clandestine. Durante le perquisizioni, nel corso delle indagini, erano state rinvenute quattro armi clandestine con matricola abrasa, un silenziatore, 88 cartucce, una balestra, strumenti atti ad offendere e denaro contante e titoli di credito per 85 mila euro, oltre a orologi di marca rolex per un valore stimato di oltre 65 mila euro.

A finire dietro le sbarre - nel corso dell’ultimo intervento in ordine temporale - sono stati tre pluripregiudicati, che il giudice definisce «connotati da spiccata capacità a delinquere, attivi sul territorio bergamasco». Era qui che gli arrestati avevano investito parte dei proventi derivanti da attività illecite di natura tributaria poste in essere tra le province di Bergamo e Napoli. 

L’attività investigativa - condotta anche attraverso l’utilizzo di intercettazioni telefoniche ed ambientali - hanno consentito di raccogliere evidenze probatorie per sostenere che i tre complici, tramite due società operanti nel settore del movimento delle merci, intestate e gestite da prestanome, si erano accollati debiti tributari, di altre imprese campane, che sistematicamente provvedevano a compensare attraverso falsi crediti IVA, derivanti dall’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti. Una frode al Fisco quantificata in oltre 8 milioni di euro. Le società, la cui contabilità veniva distrutta, venivano portate al fallimento una volta depauperate delle risorse finanziarie.