Nonostante la pioggia è iniziato a lentamente a calare il livello del lago di Como, che ieri mattina alle 8 ha raggiunto quota 167,8 centimetri sopra lo zero idrometrico, quattro centimetri sopra la soglia raggiunta nell’esondazione del lontano 1960, una delle ultime volte in cui il Lario era uscito a inizio novembre. In serata il suo livello è sceso di oltre 5 centrimetri, attestandosi a 162,6 centimetri sopra lo zero idrometrico, una buona notizia dopo giorni di crescita pressoché costante.
Il merito non va tanto agli interventi in piazza Cavour, dove gli agenti della Polizia locale e gli uomini della Protezione civile si limitano a sorvegliare l’area e tenere alla larga i curiosi, quando all’aperta delle chiuse della diga di Malgrate. Ieri sera nel lago entravano 496 metri cubi al secondo e nell’Adda finivano 650 metri cubi al secondo, con il risultato che la percentuale di riempimento si è attesta al 119,4% in diminuzione. Anche così serviranno giorni prima di poter tornare alla normalità e ripulire il lago dai detriti, nell’ordine delle decine se non centinaia di tonnellate, che fiumi e torrenti in piena hanno trascinato nelle sue acque. Da piazza Cavour fino alla diga forenea ieri mattina era una sconfinata distesa marrone, di rami e tronchi, gli stessi che hanno reso insidiosa anche la navigazione creando problemi non solo in città, ma in molte delle località turistiche più rinomate del Lario. Ad esondare è stato anche il lago di piano a Carlazzo mentre a Faggeto solo ieri mattina sono riusciti a riaprire, a senso alternato, la provinciale che sale verso la frazione di Molina, interotta da un paio di giorni da una frana. In attesa che il meteo migliori è già iniziata la stima dei danni. A Como i proprietari degli immobili danneggiati dall’esondazione avranno tempo fino a domani alle 12 per inviare una prima stima, attraverso l’indirizzo di posta certificata, al Comune.