Francesco Colleoni ha ottenuto i domiciliari. Vivrà in un’abitazione in affitto assieme alla madre Tiziana Ferrari in provincia di Brescia. La casa è di un famigliare di un amico di Francesco. I legali del giovane, condannato a 21 anni per l’uccisione del padre Franco, titolare del ristorante il "Carroccio" a Brembo di Dalmine, ed ex esponente provinciale della Lega, avevano presentato la richiesta basandosi sul percorso psicologico intrapreso in carcere dal loro assistito, a partire dal 3 gennaio, e sullo stretto rapporto con la madre. La Corte d’Assise del presidente Giovanni Petillo, a latere il giudice Roberto Palermo, ha dato così il via libera alla richiesta. Occorre anche sottolineare che con il sì ai domiciliari la Corte non ridimensiona i fatti. Anzi, ha ricordato la "inusitata violenza". Franco Colleoni morì con il volto e la testa fracassati contro il cordolo del vialetto di casa, nella stessa cascina del ristorante. Francesco non ha mai mostrato pentimento, e non ha ammesso nonostante l’intercettazione nella caserma dei carabinieri in cui, la sera stessa del delitto, alla mamma aveva confidato: "L’ho spinto io, non ce la facevo più". Francesco Colleoni era disponibile a portare il braccialetto elettronico, ma secondo i giudici non è necessario: confidano che sia in grado di rispettare le regole senza sgarrare. L’avvocato Cortesi, uno dei difensori ha riassunto cosi i motivi della decisione dei giudici: "La Corte ha valorizzato la personalità di Francesco Colleoni, ha evidenziato che ha vissuto una vita irreprensibile sia sul piano relazionale sia lavorativo fino al gennaio dell’anno scorso".
CronacaFiglio uccise il padre Francesco Colleoni finisce ai domiciliari