L'addio di Bergamo a Gimondi: "Dolce e spiritoso, Felice era così"

Da Gori a Tentorio, fino all’Atalanta: orgoglio e commozione per il grande ciclista

Felice Gimondi

Felice Gimondi

Bergamo, 18 agosto 2019 - Un autentico bergamasco. Con l’etica del lavoro e del sacrificio impressa nel dna. Non solo un immenso campione sportivo, Felice Gimondi è stato anche una bandiera di Bergamo nel mondo. Una bandiera fatta, appunto, di fatica e determinazione. Ed è per questo che i bergamaschi si ritrovano oggi uniti nel dolore, travolti dai ricordi delle gesta di quell’eroe che dalle strade polverose di Sedrina è arrivato da trionfatore sugli Champs Elysees.

"E' stato un giorno triste per lo sport italiano e per Bergamo", ha commentato il sindaco Bergamo Giorgio Gori. "Non è stato solo uno dei nostri più grandi campioni di tutti i tempi - ha aggiunto il primo cittadino - ma anche un uomo con un grande senso dell’umorismo e una memoria strepitosa. A 76 anni si ricordava ogni singola tappa di ognuna delle infinite corse a cui ha partecipato, ogni corsa in linea e ogni circuito. E per ognuna aveva un aneddoto divertente. Ciao Felice, ci mancherai".

E a testimonianza di quanto la figura di Gimondi riiuscisse ad unire Bergamo è arrivato anche il commosso di ricordo di Franco Tentorio, sindaco della città dal 2009 al 2014: "Ho davvero il cuore a pezzi, è scomparso un campione che ho seguito per tutta la vita: prima da tifoso, poi siamo diventati amici. Il mio Felice Gimondi era un campione dolcissimo. L’ho sempre seguito da tifoso quando conquistava le tappe in Francia, un vero campione, poi ho avuto il piacere di conoscerlo e così siamo diventati amici. Certo non abbiamo mai pedalato assieme, anche se avevamo la stessa passione per la bicicletta, perché saremmo partiti insieme ma diverse ore ci avrebbero diviso al traguardo. Di Felice voglio ricordare la semplicità, l’immediatezza. Poche parole, un sorriso e ci eravamo intesi. Oltre al passione per la bicicletta, ci prendavamo in giro perché le nostre rispettive mogli, perché entrambi sono liguri: mia moglie è di Alassio, mentre la sua è di Diano Marina. Lo ricordo così, ancora sorridente e mando un abbraccio a sue moglie per questa perdita".

E como (quasi) ogni bergamasco Gimondi era anche tifoso dell’Atalanta. Non un semplice simpatizzante. Un vero tifoso, appassionato e combattivo. Tanto da essere nominato presidente del coordinamento dei club Amici dell’Atalanta. Una fede, quella nerazzurra, che la stessa Dea ha voluto sottolineare nel giorno del lutto. "Il mondo dello sport da oggi è più povero. - ha scritto la società - Gimondi ha scritto la storia del ciclismo italiano ed internazionale e ha portato il nome di Bergamo in giro per il mondo. Il presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta partecipano con commozione al dolore dei famigliari. Alla famiglia Gimondi le più sincere sentite condoglianze di tutta l’Atalanta Calcio".