Costa Volpino, Fabrizio Garatti sparito nel nulla: il pm si arrende

Da tre anni è scomparso. Resta il mistero dei soldi

Fabrizio Garatti

Fabrizio Garatti

Bergamo, 21 settemrbe 2019 - Tre anni senza notizie. Di Fabrizio Garatti, 45 anni, bergamasco di Costa Volpino ma residente a Pisogne (Brescia), soprannominato “Biscio”, si sono perse le tracce il 26 maggio 2016. Sparito alla fine di un giovedì come tanti altri: il lavoro, il rientro a casa della moglie e dal figlio piccolo, poi l’appuntamento al bar del paese d’origine con un vecchio amico noto nell’ambiente dello spaccio, lo stesso ambiente che aveva bazzicato Garatti, tant’è che nel 2009 era stato arrestato perché pizzicato con 50 chili di marjiuana. Poi il nulla. Mistero fitto sulla sua fine, senza lasciare nessun messaggio, nessun indizio da allora. Al punto che il pm Emanuele Marchisio, che ha coordinato le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Clusone, nei giorni scorsi ha chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione. All’inizio, addirittura, si indagò anche per omicidio. Ai tanti misteri, però si è affiancata una certezza: Garatti aveva una sorta di «vita parallela», dove faceva girare tanti soldi. Troppi, forse, per un semplice impiegato edile nella ditta del cognato. La stessa moglie aveva ammesso agli investigatori che provenivano da attività illecite del marito. Il 2 e 5 giugno 2016, durante le perquisizioni nell’abitazione del padre Franco, erano state rinvenute dai carabinieri ingenti somme di denaro. Nel garage, in una cassaforte a muro dietro una parete di legno, ben 265.800 euro in contanti; nel pollaio dei genitori, a Costa Volpino, addirittura un milione e 200mila euro, suddivisi in 8 mazzette da 300 banconote da 500 euro, infilate in un vano protetto da una soletta in cemento armato spessa 15 centimetri. Un vero e proprio tesoro trovato solo pochi giorni dopo la scomparsa del “Biscio”, e a cui il giudice aveva disposto la confisca. Gli inquirenti non hanno mai avuto grossi dubbi sul fatto che quelle somme potessero essere di proprietà dello scomparso, nonché la prova che non avesse mai rescisso i legami con certi ambienti criminali. Denaro derivante, con tutta probabilità, oltre che da traffico di stupefacenti, da usura, false fatturazioni nel settore dei metalli. Garatti da quanto è emerso, si dedicava con continuità al prestito di denaro a interessi usurari - come ha scritto il giudice nella sua ordinanza di confisca - . Una donna aveva riferito a singoli prestiti nell’ordine di 60-70mila euro, con tassi che in alcuni casi superavano il 10 per cento al singolo mese. Senza dimenticare il traffico di stupefacenti. Dopo la scomparsa, i carabinieri avevano scoperto che Garatti è stato all’estero tre volte, due in Spagna, a Siviglia e Barcellona, e una in Olanda. Viaggi di pochi giorni e sempre in compagnia di un «socio storico» di Garatti, e noto agli investigatori per droga.