Entratico, bocche cucite attorno al prof ucciso in cascina

Una famiglia riservata quella del docente ucciso

La ricerca dell'arma del delitto intorno alla cascina

La ricerca dell'arma del delitto intorno alla cascina

Bergamo, 6 ottobre 2018 - «Non abbiamo nulla da dire. Non è il momento, arrivederci». Simone, studente universitario, figlio unico del professore Cosimo Errico, 58 anni, ucciso nella notte tra mercoledì e giovedì nella cascina di Entratico, taglia corto e chiude la comunicazione al citofono della palazzina al civico 1 di vicolo Bancalegno, in centro città, una zona storica dove da anni viveva il docente di chimica, microbiologia all’istituto per chimici Natta di Bergamo.

«Era un tipo riservato, un docente preparato e disponibile – dichiara la preside del Natta, Maria Amodeo – non sapevo che fuori dall’orario scolastico gestisse quella cascina. Come docente era sempre puntuale e anche disponibile». Pure la moglie, Gisella Borgonzoni, insegna all’istituto comprensivo elementari-medie Muzzi. Con loro oltre al figlio Simone, anche l’anziana suocera di oltre 90 anni. Vicolo Bancalegno è una stradina, con pochi negozietti, e un ristorante. La famiglia Errico è molto riservata tanto che nella via in pochi la conoscono. «Era lui che faceva il capo di casa – conferma un vicino e amico di famiglia – Cosimo era una bravissima persona e non ha mai avuto problemi con nessuno». C'è sgomento e silenzio, a maggior ragione dopo aver appreso come è stato ammazzato. Una decina di fendenti scagliati alla testa, al collo e alle mani, forse con un coltello a lama lunga, ma non si può escludere un falcetto o un’accetta usati in agricoltura. Come nella “Cascina dei fiori” in via Chiosi, a Entratico, teatro dell’omicidio, l’altra grande passione di Errico. Una fattoria didattica per le scolaresche, che a volte affittava per feste (che in qualche caso hanno procurato dei problemi).

Ieri si è svolta l’autopsia da parte del patologo Yao Chen (università di Pavia): l’esame è durato due ore. L’arma del delitto ancora non si trova. Anche ieri una cinquantina di carabinieri della Compagnia di Bergamo hanno setacciato la zona attorno alla cascina con l’ausilio delle unità cinofile. I militari hanno trovato un fazzoletto sporco di sangue e una bottiglia rotta, elementi al vaglio degli inquirenti. Non si trova l’arma, e intanto proseguono anche le ricerche dell’autore o degli autori dell’efferato omicidio che potrebbe essere scaturito dopo un dissidio. Il professore conosceva l’assassino o gli assassini. I funerali del professore si terranno lunedì alle 10 nella parrocchia di Sant’Alessandro.