Bergamo, l’educazione civica torna fra i banchi

La proposta del Comune trova un consenso unanime

Il sindaco Giorgio Gori con Loredana Poli, assessore comunale allo Sport

Il sindaco Giorgio Gori con Loredana Poli, assessore comunale allo Sport

Bergamo, 27 aprile 2018 - Il Comune di Bergamo parla alle scuole della città di educazione alla cittadinanza e i dirigenti scolastici si dimostrano propensi alla reintroduzione dell’ora di educazione civica. Un’ora alla settimana per trecento ore all’anno nell’attività curricolare è la proposta lanciata dall’amministrazione comunale ai nove stituti comprensivi di Bergamo, per far fronte a fenomeni di deterioramento della coesione sociale e di aggiramento delle regole del vivere civile. "C’è bisogno di educare i giovani al rispetto del prossimo seguendo quelle regole che stanno alla base della convivenza civile – racconta Zahara Daha, studentessa ventiquattrenne – L’educazione civica che studiavo alla scuola media si concentrava principalmente sull’apprendimento dell’Ordinamento italiano, ora è giusto che la reintroduzione di questa materia venga fatta in veste più moderna, per stare al passo con le problematiche attuali scatenate dai social, e legate ai fenomeni di bullismo e cyber bullismo, all’interno delle scuole".

Ed è proprio in questa direzione che, Aiga, l’Associazione italiana giovani avvocati di Bergamo, opera in collaborazione con l’Assessorato all’istruzione e alla Presidenza del Consiglio comunale, condividendo un progetto di educazione alla legalità, da un punto di vista legale. "Le regole vanno insegnate, non imposte – spiega il presidente di Aiga, Carlo Foglieni – Usciamo dagli studi legali per calarci nelle vesti sociali, entrando nelle scuole medie per insegnare agli studenti ad avere delle regole condivise, in termini di diritti e doveri". "Sarebbe bello che le scuole favorissero l’introduzione di crediti formativi in cittadinanza – dichiara Marta Savona, Consigliere nazionale Aiga – uno degli obiettivi della nostra collaborazione, è quello di creare una rete virtuosa coinvolgendo enti e associazioni del territorio, che lavorano nella medesima direzione, ovvero colmare il gap che esiste tra le informazioni in possesso dai ragazzi e le nozioni dei genitori (spesso meno informati dei propri figli), riguardanti i temi del bullismo e la conoscenza e il rispetto delle regole della convivenza civile". Il Comune di Bergamo, da tre anni a questa parte, ha messo a disposizione dei nove Plessi scolastici bergamaschi, la figura di consulente pedagogica, per 100 ore annue, a supporto dei team di docenti sui temi educativi.

"Condivido – afferma Alberto Ceresoli, 28 anni – Un’ora costruttiva di educazione alla cittadinanza per sensibilizzare i più giovani al rispetto delle regole, informandoli sulle conseguenze nelle quali, giuridicamente ci si può imbattere è fondamentale per una convivenza sana e costruttiva"."Con la reintroduzione dell’educazione alla cittadinanza, il messaggio che bisogna dare ai giovani, fin dai banchi di scuola, è che non sono solo le prese in giro e gli attacchi fisici o verbali sul web, da considerarsi forme di violenza, ma anche i piccoli scherzi fatti tra compagni sono forme di bullismo, che possono colpire tutti indistintamente", sostiene Michela Valli, 23 anni studentessa. Quello dell’amministrazione comunale di Bergamo è un ulteriore passo verso l’ampliamento del senso civico.