Dramma in bici, al processo lo scontro sullo stato dell’asfalto

Due cantonieri della Provincia accusati dell’omicidio colposo di un 50enne di Cologno

Tutto si gioca sulla causa che ha provocato lo sbandamento della bicicletta di Pierangelo Gusmini, geometra 50enne di Cologno al Serio, sposato. La disgrazia il 9 marzo del 2013 nella discesa da Aviatico a Selvino. A processo per omicidio colposo due cantonieri della Provincia, V. C., responsabile della manutenzione della strada provinciale 36 fino al 28 febbraio 2013, e P. G. il collega che ha assunto l’incarico subito dopo, difesi, dagli avvocati Emilio Gueli e Roberta Zucchinali. La Provincia, con l’avvocato Giorgio Vavassori, e la Assicurazioni Generali si sono costituite responsabili civili. Parte civile, l’avvocato Francesco Menini. Processo archiviato due volte fino a quando la Procura di Brescia ha avocato a sé il fascicolo. Fu lo stato del manto stradale la causa? In particolare, scrive il sostituto procuratore generale, "la presenza di dislivelli o canaline longitudinali a spigolo vivo di 4 centimetri di altezza per una lunghezza di 9 metri e depressioni di larghezza variabile dai 5 ai 15 centimetri, costituenti vera e propria insidia nascosta per i conducenti di velocipedi e ciclomotori". La parte civile vuole dimostrare che la caduta di Gusmini sarebbe stata generata dalla presenza di terriccio, resti di asfalto sbriciolato. Per il consulente della difesa, pur confermando la presenza dei dislivelli per via dei lavori, non sarebbe stato determinante per la caduta.