Omicidio Crotti, dai sopralluoghi all'autolavaggio: un piano per nascondere ogni traccia

Un quadro agghiacciante, visto che la procura di Brescia contesterebbe a Chiara Alessandri anche la premeditazione : voleva uccidere Stefania

I carabinieri a casa di Chiara Alessandri

I carabinieri a casa di Chiara Alessandri

Gorlago (Bergamo), 22 gennaio 2019 - Il distributore di benzina Eni non è molto distante dalla villetta di via San Rocco, a Gorlago, dove vive Chiara Alessandri, 43 anni, fermata da sabato per l’omicidio di Stefania Crotti, 42 anni, uccisa a martellate prima di essere abbandonata carbonizzata in un campo tra Erbusco e Adro (Brescia). Venerdì pomeriggio, tra le 16,30 e le 17 ha portato la sua auto a lavare, una Mercedes classe B color argento. Voleva eliminare ogni residua traccia? Anche perché con quell’auto Chiara avrebbe trasportato il cadavere della rivale in amore: nelle immagini della videosorveglianza dell’impianto la si vede agitata, con indosso un bomber, mentre consegna l’auto a Imran, è un ragazzo pakistano che da qualche anno vive a Trescore Balneario e lavora nell’autolavaggio.

"Sì, certo che me la ricordo bene, è venuta venerdì nel pomeriggio per far lavare la macchina, la Mercedes. Era molto sporca, piena di polvere (e mentre racconta fa vedere gli accumuli che ha raccolto con aspirapolvere e poi svuotato in un bidone). Se ho trovato macchie di sangue? No, sono certo, sangue io non ne ho visto. Anche nel baule, niente. Solo tanto sporco, quello sì. Mi ricordo che mentre aspettava che io terminassi di pulire lei era agitata, era sempre al cellulare. Poi è salita sulla Mercedes ed è andata via".

Chiara Alessandri non era una cliente abituale del distributore Eni, tant’è che l’ultima volta che è stata vista (prima di venerdì) risale a tempo fa. L’assassina, questa la ricostruzione, si è recata all’autolavaggio per spazzare via ogni possibile collegamento all’omicidio. Mentre su un’altra auto è stata rinvenuta una tanica di benzina. Un quadro agghiacciante, visto che la procura di Brescia le contesterebbe anche la premeditazione, giustificata con una serie di elementi che farebbero emergere la volontà di uccidere pianificata addirittura con sopralluoghi a Erbusco, effettuati nelle ore precedenti il delitto che si è consumato nel garage della villetta di via San Rocco.

Tra le due donne, ci sarebbe stata una accesa discussione che con il trascorrere dei minuti è degenerata. C’è stata una violenta colluttazione, tant’è che anche la fermata ha riportato dei lividi alle braccia. Ma che tipo è Chiara? Un suo amico, Angelo Lorenzi, titolare della società Wedding and event di Bergamo, la ricorda così: "Siamo stati amici, anche se da una decina di anni non la vedevo. La ricordo come una persona buona e fragile. Era stata una animatrice al Cre all’oratorio di Gorlago, e ha frequentato l’ambiente vicino alla chiesa, è stata catechista, poi l’ho persa di vista non so come abbia trascorso questi anni. La ricordo come persona fragile alla ricerca di qualcuno che le volesse bene".