Bergamo, dona 10mila euro all’ospedale Papa Giovanni: scarcerato il narcotrafficante

La somma è un risarcimento al territorio danneggiato dallo spaccio, reato considerato contrario alla salute pubblica

L'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

L'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo

Bergamo - Per ottenere il patteggiamento, ed evitare il carcere, ha messo sul tavolo un risarcimento di 10mila euro. Non per la persona offesa, come di solito avviene nel concordare la pena, ma per un territorio danneggiato dal reato di spaccio di sostanze stupefacenti, per l’esattezza la provincia di Bergamo. E il bonifico, con l’accordo della Procura e del gip, è stato effettuato a favore del reparto Covid dell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Protagonista della vicenda Monire Tantane, un 43enne di nazionalità francese, arrestato lo scorso agosto dalla polizia in un albergo a Lucca in esecuzione di un mandato europeo. Era in vacanza in Toscana con la moglie, ufficiale dell’aeronautica francese, quando si è trovato a pagare il conto di un reato commesso l’8 ottobre 2015 a Zingonia, nella Bergamasca.

Nell’ambito di un’inchiesta contro il narcotraffico è emerso che il francese quel giorno aveva venduto, insieme ad altri due imputati, 34,5 chili di hascisc a un quarto uomo. Monire Tantane ha trascorso in carcere quasi quattro mesi. E martedì scorso è tornato in libertà, dopo che il gip di Bergamo ha accolto, nel processo con rito abbreviato, la richiesta di patteggiamento concordata con la Procura. Due anni di reclusione e 2.295 euro di multa, con la sospensione condizionale della pena che significa immediata scarcerazione. Una pena lieve ottenuta anche grazie alla riduzione per le circostanze attenuanti guadagnata, si legge nella richiesta di patteggiamento, grazie all’ammissione della propria responsabilità e alla donazione di 10mila euro all’ospedale di Bergamo.

"La Procura ha dimostrato una visione innovativa – spiega l’avvocato Alexandro Maria Tirelli, che assiste l’imputato con la collega Maria Valentina Miceli – considerando lo spaccio di droga come un reato contro la salute pubblica di un territorio. La somma è stata elargita al reparto Covid proprio al fine di ristorare la provincia di Bergamo, particolarmente colpita dalla pandemia".