Inchiesta su tifo violento, Cassazione assolve Belotti. Su Facebook: "Mi chiedano scusa"

E' stato rigettato il ricorso presentato contro la sentenza con cui il gup aveva prosciolto il segretario provinciale della Lega Nord

Daniele Belotti (De Pascale)

Daniele Belotti (De Pascale)

Bergamo, 16 settembre 2016 - La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso presentato dal pubblico ministero Carmen Pugliese contro la sentenza con cui il 21 gennaio scorso il gup Ezia Maccora aveva prosciolto il segretario provinciale della Lega Nord, Daniele Belotti, dall’accusa di concorso esterno in associazione per delinquere, nell’ambito del procedimento a carico di sei ultrà atalantini. Il pm bergamasco accusava il leader del Carroccio, da sempre grande tifoso dell’Atalanta, di aver agito come una sorta di ideologo della Curva Nord dello stadio nonchè consigliere del capo dei tifosi nerazzurri, Claudio “Bocia” Galimberti.

L’accusa di associazione per delinquere per Galimberti e cinque suoi fedelissimi, e quella di concorso esterno per Belotti, era caduta una prima volta nel 2014 con la sentenza di non luogo a procedere del gup Patrizia Ingrascì, ribaltata da un primo ricorso in Cassazione vinto dal pm Pugliese.  Era toccato quindi al gup EziaMaccora pronunciarsi: Galimberti e gli altri cinque erano stati rinviati a giudizio, mentre Belotti, la cui posizione era stata stralciata, dopo una mini-istruttoria in cui erano stati sentiti come testimoni alcuni fra i questori e i prefetti che avevano gestito l’ordine pubblico a Bergamo negli ultimi anni, era stato prosciolto di nuovo. Contro quest’ultima decisione era arrivato il secondo ricorso in Cassazione del pm Pugliese. La procura generale aveva chiesto l’accoglimento dell’istanza del pm bergamasco, ma i giudici della Cassazione hanno deciso diversamente. 

Nella serata di giovedì Daniele Belotti ha  pubblicato un post sul suo profilo Facebook con tanto di fotografia calcistica 'Atalanta-Roma 4-1' e la richiesta di scuse.