Crespi d’Adda: 25 anni con l’Unesco grazie ai goliardi che fecero l’impresa

Bergamo, il degrado e il pericolo della speculazione fermati con il visionario progetto del Centro Fratelli Marx

Crespi d'Adda (De Pascale)

Crespi d'Adda (De Pascale)

Crespi d’Adda (Bergamo), 2 dicembre 2020 - Ha un’anima tutta sua, che trasporta in un tempo e in un luogo lontani ed è l’esempio più integro e meglio conservato di villaggio operaio in Europa. Per questa ragione, dal 1995, la città industriale di Crespi d’Adda è annoverata tra i patrimoni dell’umanità dell’Unesco. Il 5 dicembre si celebrano i 25 anni dell’inserimento, insieme a Siena, Ferrara e Napoli, nella prestigiosa World Heritage List (Whl). L’impresa si deve all’iniziativa di alcuni giovani universitari locali, riuniti nel goliardico “Centro Sociale Fratelli Marx”, che promossero e fecero comprendere al mondo il valore di questo piccolo villaggio italiano riservato alle maestranze operanti nel settore tessile cotoniero, fondato nel 1878, intorno allo stabilimento che ospitò, in origine, il Cotonificio Benigno Crespi, fondato da Cristoforo Benigno Crespi e completato dal figlio di quest’ultimo, Silvio Benigno, verso la fine degli anni ‘30 del Novecento.

Nel 1993, infatti, gli studenti universitari del “Centro Sociale Fratelli Marx”, al fine di tutelare il villaggio operaio dall’aggressione di una spregiudicata speculazione edilizia, elaborarono un progetto “di rivoluzione culturale per Crespi d’Adda”, all’interno del quale era previsto, oltre ad una serie di azioni di promozione e sviluppo culturale e turistico, l’ambizioso progetto di presentare la necessaria documentazione per l’inserimento del sito nella Whl. La storia di questa impresa sarà la protagonista di un libro che vedrà la luce la prossima primavera. l’autore Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda, fu testimone di tutta la vicenda, avendo fondato, alcuni anni prima, il primo servizio di valorizzazione culturale e turistica del sito. Spiega Ravasio: "Voglio raccontare come andarono realmente le cose in quegli anni. Molti si sono arrogati meriti non propri, molti che osteggiarono la nomination all’Unesco, sono poi saliti sul carro dei vincitori. Nel mentre, ai veri eroi di questa esperienza non sono mai stati riconosciuti i meriti di questo risultato incredibile".

A 25 anni di distanza, grazie al progetto che ha portato all’apertura dell’Unesco Visitor Centre, il villaggio operaio di Crespi d’Adda è diventato un polo culturale importantissimo che, purtroppo, a causa del Covid, non potrà celebrare adeguatamente l’evento. L’associazione omonima e l’assessore comunale Donatella Pirola hanno quindi deciso di festeggiare l’anniversario con una serie di iniziative che caratterizzeranno il 2021, come l’inaugurazione del museo multimediale all’interno dell’Unesco Visitor Centre e l’apertura al pubblico dell’archivio storico. Il paese è composto, oltre che dalla fabbrica e dalle abitazioni, anche da strutture sociali e, un tempo, a uso pubblico (lavatoio, dopolavoro, albergo, il piccolo ospedale, la scuola, il teatro, la chiesa, i bagni pubblici con piscina, il cimitero). Lo stabilimento, invece, dopo essere stato chiuso definitivamente nel 2003, vandalizzato e depredato per un decennio, nel 2013 è stato acquistato dall’imprenditore bergamasco Antonio Percassi con l’idea di farne la sede operativa delle proprie aziende nonchè un campus dell’innovazione. E il futuro è già una promessa.