Lockdown, l'idea di un ristoratore: "Ho aperto una mensa per non chiudere"

Francesco Cipolla, titolare del “Quanto Basta“ di Alemenno, si è reinventato il servizio per salvare la sua attività: 50 aziende in convenzione

Francesco Cipolla all’interno del suo locale

Francesco Cipolla all’interno del suo locale

Almenno San Bartolomeo (Bergamo), 26 novembre 2020 - Ha trasformato il suo ristorante-pizzeria in mensa aziendale, per evitare di dover chiudere il locale come impongono le norme del nuovo Dpcm varato all’inizio di novembre dal governo Conte (alle mense aziendali, infatti, è consentito di rimanere aperte). L’idea è venuta al giovane titolare del “Quanto Basta” di Almenno San Bartolomeo, comune in provincia di Bergamo e quindi in piena zona rossa. Francesco Cipolla, questo il nome del ristoratore, in questo modo ha salvato la sua attività e ogni giorno riesce a fare circa 70 coperti (contro i 130 del periodo normale). Sono una cinquantina le aziende del territorio che hanno sottoscritto la convenzione con il locale. Spiega Cipolla: "Appena è uscito, mi sono letto attentamente tutto il decreto e ho scoperto che le mense erano autorizzate a rimanere aperte dietro contratto o convenzione di lavoro. Così ho fatto. Sottopongo ai miei clienti, che per la maggior parte sono gli operai, i muratori e i carpentieri delle imprese della zona, un modulo attraverso il quale stipulo con loro una convenzione, quella del pranzo di lavoro fino alla fine del lockdown: un piatto costa 8 euro, primo più secondo 10, comprese acqua, vino e caffè. Tutti rispettano le norme anti-Covid: entrano con la mascherina e la tolgono solo per mangiare e noi da parte nostra facciamo rispettare le distanze dei tavoli".

E finora tutto è filato liscio come l’olio, visto che il giovane esercente, in queste settimane di attività, non ha ricevuto nessuna sanzione. "Sono stato costretto a cercare una via d’uscita – ammette Francesco, la cui iniziativa ha attirato l’attenzione della trasmissione “Fuori dal coro” di Rete 4 – Sono innamorato del mio lavoro, un’altra chiusura ci avrebbe messo in ginocchio: non saremmo più stati in grado di riaprire. Spero di aver aperto una strada. Sarei infatti molto contento se qualcuno dei miei colleghi prendesse spunto da questa idea. Tutti hanno il diritto di lavorare". I clienti del ristorante, da parte loro, hanno accolto con soddisfazione l’iniziativa e ogni giorno riempiono i tavoli del “Quanto Basta”.