Covid, troppi morti a Bergamo. Il sindaco Gori: "Il Comune persona offesa nell'inchiesta"

Si tratta di una decisione deliberata dalla Giunta del capoluogo: "Nessun pregiudizio, ma serve accertare la verità"

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo

Giorgio Gori, sindaco di Bergamo

Bergamo, 28 dicembre 2020 - Il Comune di Bergamo ha deciso di dichiararsi "persona offesa" nell'indagine che la Procura di Bergamo sta svolgendo per accertare un eventuale reato di epidemia colposa riguardante la pandemia Covid-19. Una decisione deliberata dalla Giunta del capoluogo per la fase delle indagini preliminari, nel corso delle quali la "persona offesa" ha il diritto di essere informata di atti di indagine particolari (ad esempio perizie, cui puo' partecipare) nonche' di presentare memorie e indicare elementi di prova al Pubblico Ministero. Se sara' promossa l'azione penale (con il rinvio a giudizio), il Comune avra' poi possibilita' di costituirsi parte civile, per esercitare l'azione risarcitoria per conto dei cittadini di Bergamo.

"Abbiamo valutato che questo passo, - ha spiegato il sindaco Giorgio Gori - che il Comune di Bergamo attua in rappresentanza dei diritti e degli interessi dei propri cittadini, sia giustificato e necessario visto l'eccezionale impatto della pandemia a Bergamo, con un numero di vittime e un tasso di letalita' molto al di sopra dei pur elevati indicatori nazionali. La decisione della Giunta non contiene alcun pre-giudizio. Non e' quindi leggibile come un'accusa rivolta contro il Governo, la Regione, l'Oms o chicchessia: spetta infatti alla Procura individuare gli eventuali imputati, confermando o meno il capo di imputazione, e ai Tribunali determinare se vi siano dei responsabili".

Riepilogando quanto accaduto negli ultimi mesi, il Covid-19 si e' manifestato a Bergamo - in provincia e in citta' - con eccezionale violenza. Per quanto riguarda i residenti nel Comune di Bergamo, e' noto che i contagi nella prima ondata sono stati circa 25.000 (21 mila e' la proiezione derivante dai test sierologici promossi a luglio dal Comune di Bergamo, cui va aggiunto il numero delle vittime, i positivi accertati tra la fine di febbraio e la fine di aprile, le persone che sono risultate positive ai test sierologici disposti dall'Ats e quelle che sono risultate positive a test sierologici cui sono sottoposte privatamente). Il numero delle vittime, stante l'indisponibilita' di dati ufficiali oltre la data del 16 aprile (allorche' i deceduti a causa del Covid residenti in citta' risultavano 297) deriva dai valori di sovramortalita' (ovvero dal numero di decessi che eccedono la media degli anni precedenti nei mesi di marzo e aprile: questo numero e' di 677 unita', almeno doppio rispetto ai valori ufficiali); ne deriva un indice di letalita' prossimo a 2,71 decessi ogni 100 contagiati, nettamente superiore a quello della media italiana riportata in uno studio dell'Imperial College di Londra (2,23) e ben 2,3 volte piu' elevato del tasso indicato nel medesimo studio come "tipico" per paesi ricchi con un'alta presenza di individui anziani (1,15 decessi ogni 100 contagiati).

L'alto numero delle vittime e l'anomala dimensione del tasso di letalita' del Covid19 in Italia e in particolare nella citta' di Bergamo suggerisce la necessita' che il Comune, come rappresentante degli interessi e dei diritti dei propri cittadini, e in forza del suo stesso Statuto che agli articoli 1 e 4 lo individua quale soggetto che "rappresenta la propria comunita' e ne cura gli interessi" e che "garantisce i diritti della propria comunita'", dichiari la propria presenza nel procedimento penale per epidemia colposa pendente avanti la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo. "Si tratta di un atto - ha sottolineato il sindaco Gori - che esercitiamo consapevolmente in nome di un'intera comunita' duramente colpita che vuole innanzitutto conoscere le ragioni di cio' che e' accaduto. Con questo gesto il Comune vuole dire ai suoi cittadini - e in primo luogo a chi ha sofferto la perdita di famigliari o di persone care - che intende rappresentarne il diritto a conoscere l'effettivo svolgimento dei fatti, e offrire se necessario il proprio contributo all'accertamento della verita', e qualora emergessero delle responsabilita' penali, a rappresentarne gli interessi per ottenere il giusto risarcimento".