Covid, inchiesta piano pandemico: il ministro Speranza sentito dai pm

Cinque ore di colloquio in un clima "di serenità". Previste anche altre audizioni tra cui quella del presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro

Roberto Speranza (Imagoeconomica)

Roberto Speranza (Imagoeconomica)

Bergamo, 28 gennaio 2021 -  I pm di Bergamo hanno  sentito a Roma il ministro della Salute Roberto Speranza, come persona informata sui fatti, nell'ambito dell'inchiesta sulla gestione della pandemia nella provincia di Bergamo e, in particolare sugli aspetti che riguardano il piano pandemico. Un incontro durato circa 5 ore in un clima definito "sereno". Nel corso della giornata sono previste da parte dei pm e degli uomini della Guardia di Finanza anche altre audizioni tra cui quella del presidente dell'Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro.

Nel mirino dei magistrati diretti dal procuratore Antonio Chiappani è finito il mancato aggiornamento del piano pandemico nazionale che, secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, risale al 2006 e che nel 2017 non venne aggiornato se non attraverso un copia e incolla di parti del documento precedente. In particolare i pm intendono condurre una serie di approfondimenti investigativi per verificare se i protocolli antinfluenzali e antivirali previsti dal piano pandemico del 2006 siano stati applicati correttamente dopo l'allarme sulla pandemia globale lanciato dall'Oms il 5 gennaio 2020. E' soprattutto è su questo che si concentreranno le domande dei magistrati orobici.

 Speranza è stato ascoltato dal procuratore aggiunto di Bergamo Cristina Rota, giunta in trasferta a Roma con un pool di pm che indagano sulla gestione del Covid nella Bergamasca. La deposizione del ministro della Salute sarebbe avvenuta   in un clima "disteso" e "di serenità":  il tema forte è stato il presunto mancato aggiornamento del piano pandemico, rimasto, secondo gli inquirenti,  fermo al 2006 anche nel pieno della prima ondata che travolse la provincia orobica.