Bergamo, Gori: "Troppa gente in circolazione, non avete compreso il pericolo"

Il sindaco: vanno ridotti i movimenti e i contatti sociali sia a Bergamo sia nelle valli

La Terapia intensiva al Papa Giovanni XXIII

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Bergamo, 4 novembre 2020 - Condivisione del metodo adottato del Governo e due sottolineature: il primo riguardante gli aiuti economici alle aziende e il secondo sulla necessità, a Bergamo e in provincia, di non abbassare la guardia. Questi i principali punti delle dichiarazioni rilasciate dal sindaco Giorgio Gori a proposito del nuovo Dcpm per frenare la nuova ondata di contagi.

"Il metodo di lavoro è condivisibile – precisa Gori –. Il Governo si occupa di fissare misure valide per tutto il Paese e le Regioni più colpite si incaricano di aggiungere altri provvedimenti più specifici per i loro territori, predefiniti e a associati in modo automatico ai diversi livelli di contagio e di saturazione delle strutture sanitarie. Ed è importante che siano automatici anche gli aiuti economici – precisa il sindaco – per le imprese e per i lavoratori ai quali si chiedono sacrifici per tutelare la salute pubblica" . Quindi Gori, riferendosi alla situazione dei contagi, torna a ribadire il concetto già espresso prima del Dcpm del 24 ottobre.

«Sappiamo comunque che la situazione lombarda è tra le più critiche. Bergamo continua ad essere la provincia meno colpita ma anche qui l’indice Rt è vicino a 1,5. Un segnale che al momento impedisce di immaginare misure più leggere rispetto al resto della regione. Ho l’impressione che i bergamaschi non abbiano del tutto compreso il pericolo: così parrebbe a giudicare dalla gente in circolazione nell’ultimo fine settimana, in città come nelle valli. Voglio quindi essere chiaro: vanno ridotti i movimenti e i contatti sociali. Dobbiamo fare in modo che Rt scenda sotto 1. Per questo serve l’impegno di tutti.