Coronavirus, banca del plasma iper-immune: corsa dei guariti per donare il sangue

Più di 1.500 bergamaschi si sono offerti volontari per lo studio del Papa Giovanni che dà una speranza contro il Covid

Anna Falanga, direttore del centro trasfusionale dell’ospedale Papa Giovanni

Anna Falanga, direttore del centro trasfusionale dell’ospedale Papa Giovanni

Bergamo, 11 luglio 2020 - L’ospedale Papa Giovanni chiama e i bergamaschi rispondono. Sono state centinaia le persone, tutte guarite dal Covid, che si sono rese disponibili per diventare donatori di plasma iper-immune per curare quanti con la malattia stanno ancora combattendo ma anche coloro che dovessero contrarla in futuro. Alle fine, dopo aver superato i necessari test, sono al momento state dichiarate idonee 300 persone. Un numero altissimo che ha consentito e sta consentendo all’ospedale di realizzare un progetto ambizioso, complesso e necessario in vista di una possibile ripresa dei contagi in autunno. Si tratta del “Registro per la raccolta dati relativa all’utilizzo del plasma iperimmune per il trattamento dell’infezione da covid-19“.

Il progetto è stato ufficialmente autorizzato dal direttore sanitario del Papa Giovanni, Fabio Pezzoli, lo scorso 2 luglio sulla scorta di un precedente parere positivo del Comitato etico di Bergamo. Avere a disposizione del plasma iper-immune sarà fondamentale nel caso si verificasse una ripresa dell’epidemia in autunno. E sarà ancora più importante catalogare le caratteristiche di ogni donazione per valutarne l’adeguatezza rispetto al ricevente.Il tutto in un quadro dove l’assenza di un vaccino rende l’utilizzo del plasma una delle cure più specifiche. "L’idea di usare il plasma raccolto da persone precedentemente infette - spiega la dottoressa Anna Falanga, direttore del centro trasfusionale del Papa Giovanni - per trasferire passivamente gli anticorpi ad una persona malata risale a quasi 100 anni fa ed è stata applicata nella cura di vari agenti patogeni, come la rabbia, l’epatite B, la poliomielite, il morbillo, l’influenza, l’Ebola. Oggi, la stessa idea viene applicata contro il Covid-19". Bergamo anche in questo caso ha dimostrato un cuore grande, perchè i guariti dal Covid che si sono resi disponibili per diventare donatori sono stati davvero tanti. "Abbiamo avuto una straordinaria risposta da parte della popolazione - spiega Anna Falanga - visto che i volontari che ci hanno contattato sono più di 1500. Tutte persone che sono guarite dal virus e che si sono offerte di contribuire alla possibile guarigione di chi invece potrà contrarre la malattia. È uno degli elementi che ci ha dato entusiasmo - sottolinea la dottoressa Falanga - per un progetto molto complesso e dispendioso".

Le donazioni , iniziate nel mese di aprile, vedono coinvolti anche i centri trasfusionali di Treviglio e Seriate. L’attività di laboratorio invece viene effettuata tutta al Papa Giovanni di Bergamo. "Avere una banca di plasma iper-immune è molto importante in vista di una possibile ripresa dei contagi - riprende Falanga - perchè in caso di nuova emergenza sarebbe molto difficile organizzare questo tipo di donazioni, che richiedono test aggiuntivi imposti dal ministero". Il registro, come dicevamo in apertura, si rivolge ai donatori ma anche a chi riceve il plasma. "Raccoglieremo dati anche sui riceventi - sottolinea la dottoressa Falanga - perchè sarà importante capire le reazioni dei pazienti in relazione al tipo di donazione per rendere questa cura ancora più efficace".