Covid, parenti vittime Bergamo: "Zone rosse? Vite sacrificate per interesse economico"

Il legale e rappresentante di 'Noi denunceremo' attacca: "Ci è stato risposto che chiudere quell'area significava chiudere un polmone economico del Paese"

secondo Denuncia day in procura a Bergamo per morti Covid

secondo Denuncia day in procura a Bergamo per morti Covid

Bergamo, 10 settembre 2020 - "Abbiamo chiesto perché ad Alzano e Nembro, che erano polveriere, non sono state fatte le zone rosse. Ci è stato risposto che chiudere quell'area significava chiudere un polmone economico del Paese e che forse si sarebbe salvata qualche vita. Una risposta del genere è scandalosa. Qualche vita è stata sacrificata per quell'interesse economico". Lo ha detto Consuelo Locati, avvocato e rappresentante di 'Noi denunceremo', il comitato dei parenti delle vittime del coronavirus di Bergamo.

Ma non è tutto. Locati punta il dito contro Regione Lombardia: "La normativa italiana è molto precisa e lo scarico di responsabilità è fasullo. Lo stesso verbale del Cts del 7 marzo precisa che anche le Regioni potevano istituire la zona rossa. L'accentramento in fase pandemica consente alla presidenza del Consiglio dei Ministri di emanare i Dpcm, ma è fatto salvo - conclude il legale - il potere di ogni regione di intervenire per contenere la diffusione di un virus nel momento in cui hanno a disposizione dati che facciano pensare che il rischio è troppo alto".