Coronavirus, a Bergamo a rischio 49mila lavoratori per un indotto di 2 miliardi

Feral e l’analisi della Confcommercio orobica che analizzando i dati di uno studio stima di perdere almeno l’11% del valore aggiunto del terziario

Giovanni Zambonelli, numero uno del sodalizio locale

Giovanni Zambonelli, numero uno del sodalizio locale

Bergamo, 27 maggio 2020 - Bergamo è già passata alla storia come la provincia più colpita dal Covid-19 in termini di contagi e decessi. Ora rischia – anche se le certezze sono molti di più dei dubbi – di essere ricordata come il territorio più colpito anche dal punto di vista economico. E sono i settori del commercio, del turismo e dei servizi – il cosiddetto terziario insomma – quelli che stanno pagando e pagheranno il prezzo più alto. A dirlo una ricerca che Format Research ha effettuato per Ascom Confcommercio.

Si prevede di perdere almeno l’11% del valore aggiunto del terziario nel 2020 (pari a circa 20 miliardi di euro): rischiano di andare in fumo 2 miliardi e 200 milioni di euro. Allo stesso modo, gli effetti potrebbero essere devastanti anche sul fronte occupazionale: a Bergamo sono a rischio 49 mila posti di lavoro nel commercio, nel turismo e nei servizi (circa -27% rispetto al 2019). Nel 2020 rischiano di scomparire tra 8 mila e 15 mila imprese del terziario.

«Il quadro è drammatico – sottolinea il presidente di Confocommercio, Giovanni Zambonelli – noi siamo pronti a fare la nostra parte ma ci aspettiamo altri aiuti dal Governo". E se il futuro è nefasto, anche il presente è a tinte fosche: a Bergamo il 47% delle imprese del terziario sono state costrette alla chiusura durante il lockdown e con esse oltre 65 mila lavoratori. La grave situazione determinatasi a seguito dello scoppio dell’emergenza sanitaria ha frenato la metà delle imprese di Bergamo che avevano in programma di investire nei prossimi due anni ma che saranno costrette a rinunciare.

Gli effetti disastrosi della pandemia sono ancora più evidenti analizzando i provvedimenti che le imprese bergamasche adotteranno: il 70% ridurrà o ha già ridotto il personale, il 63% ha già adottato o adotterà la Cig e altri ammortizzatori sociali disponibili. Che fare di fronte a questa situazione? Ascom Confcommercio mette sul campo diverse iniziative che si aggiungono ai 2 milioni – stanziati come membro dell’Ente Bilaterale – per l’integrazione alla “cassa“ e come contributo per l’acquisto dei dpi. Si tratta di uno sportello di consulenza aziendale e – per la prima volta nella storia di Confcommercio - di uno sportello di ascolto psicologico gratuiti. Previsti anche momenti di formazione con lo strumento delle webinar.

«Ci vorrà la capacità degli imprenditori di risollevarsi – analizza in chiusura il direttore di Confcommercio, Oscar Fusini – Una crisi di questa portata comunque è destinata a cambiare il modo stesso di fare commercio. L’e-commerce ma soprattutto il delivery per la ristorazione sono destinati a prendere sempre più campo anche per le piccole e medie imprese".