Coronavirus, presidente medici di Bergamo: "Qui come il Vajont"

Marinoni: "Politica sanitaria non adeguata. Tutto il territorio è sfuggito"

Bergamo, ospedali in sofferenza

Bergamo, ospedali in sofferenza

Bergamo, 30 marzo 2020 - Un disastro, come il Vajont. Ha usato questo paragone Guido Marinoni, presidente dell'ordine di medici di Bergamo, per parlare dell'emergenza Covid-19 nella città orobica, che con il suo hinterland è una delle più colpite d'Italia dalla diffusione del Coronavirus: "La situazione mi ricorda il Vajont: la diga era meravigliosa dal punto di vista ingegneristico ma non avevano messo in sicurezza i fianchi della montagna che è franata nel bacino provocando un disastro".

Marinoni spiega che "Ats non ha messo in atto una politica sanitaria adeguata. Tutto il territorio è sfuggito, perché ci si è concentrati solo sui posti letto in terapia intensiva e ci si è dimenticati che questo è un problema di sanità pubblica. All'inizio, oltre al fatto che all'ospedale di Alzano Lombardo inizialmente non tutti gli interventi sono stati tempestivi e non si è provveduto con la chiusura del paese assieme a Nembro, sono state date indicazioni incerte alle Rsa e alle comunità protette, la rete dei medici di famiglia e dei pediatri sono stati mandati in giro senza i presidi di protezione adeguati". Alcuni sono morti sul campo altri "hanno diffuso inconsapevolmente il virus".

Inoltre, secondo il presidente dell'Ordine dei Medici di Bergamo, uno dei motivi per cui i contagi si sono moltiplicati sta nel fatto che "non sono state adottate misure idonee di profilassi sul territorio". E qui tira in ballo in problema dei tamponi: "Paradossalmente chi ne ha bisogno - ripete più di una volta - non sono i malati che vengono ricoverati con la polmonite interstiziale bilaterale perché la diagnosi è evidente. Ha senso, ed è fondamentale, che venga fatto agli operatori sanitari che non hanno sintomi e sono in servizio, ai malati che si sono curati a casa e che non avendo avuto un tampone iniziale non l'hanno neanche quando rientrano al lavoro e non viene fatto nemmeno a coloro che hanno avuto contatti stretti con ammalati". Insomma per Marinoni, secondo cui la lieve diminuzione dei positivi "è tutta da verificare" e che "il calo della pressione sul pronto soccorso è dovuta al fatto che il 118 non porta più i malati perchè mancano i posti in ospedale", è stata una politica sanitaria "inadeguata" una della cause della diffusione in breve tempo dell'epidemia.