Coronavirus, casa riposo lancia appello: aiutateci. Gara di solidarietà tra giunta e vip

A Villa della Pace di Stezzano morti 15 anziani in meno di un mese. Un terzo del personale è in malattia

Operatori casa di riposo Villa della Pace

Operatori casa di riposo Villa della Pace

Bergamo, 27 marzo 2020 - Il sorriso di Silvana, 80 anni, si allarga quando vede il nipotino che fa il tifo per lei e, dal monitor del tablet, le grida: "Forza nonna, non mollare. Tieni duro". Irene, Tina e Pierina, più di 90 anni a testa, carezzano il tablet e baciano lo schermo quando vedono apparire i volti di figli e nipoti. Solo Anna non si dà pace, non capisce perché i suoi familiari non vadano più a trovarla e si facciano vedere solo attraverso una tavoletta elettronica. 

Silvana, Irene, Tina, Pierina e Anna sono cinque dei 63 ospiti della casa di riposo Villa della Pace di Stezzano, che, dall'8 marzo scorso, con il decreto della Presidenza del Consiglio per il contenimento del coronavirus, si sono ritrovati ancora più soli, isolati dal mondo, privati della gioia quotidiana delle visite di parenti e amici. Per alleviare la solitudine e tenere gli ospiti in costante contatto con i familiari, la direzione ha acquistato un tablet con cui, due volte la settimana, con il supporto di una educatrice, vengono effettuate le videochiamate.

A  Villa della Pace in meno di un mese, dal 23 febbraio al 20 marzo, sono morti 15 ospiti. "Non possiamo dire che i decessi siano dovuti al Covid 19 - precisa la direttrice Farida Colombo - non essendo stato effettuato alcun tampone, come nella maggior parte delle Rsa della provincia di Bergamo. Ma, di fatto, quel numero di decessi noi lo registriamo in sei, sette mesi". 

Come hanno reagito gli ospiti rimasti quando hanno visto "sparire" alcuni compagni di stanza? "Molti non si rendono conto esattamente di cosa stia accadendo fuori - spiega Barbara Giovanetti, 46 anni, educatrice -. Anche chi ha vissuto il periodo della guerra, non ha dovuto fare i conti con le limitazioni della libertà che vigono oggi. Agli ospiti manca anche il contatto con noi operatori, erano abituati ad abbracciarci e noi coccolavamo sempre le nostre nonnine. Ora non possiamo farlo e loro ne soffrono. Poi ci vedono bardate con tute, guanti e mascherine e talvolta non riescono a riconoscerci. All'inizio qualcuna chiedeva se fosse carnevale. Noi abbiamo spiegato loro la situazione, ma non sono certa che abbiano compreso la gravità. E forse è meglio così".

Il senso di abbandono vissuto dagli ospiti non è l'unico problema a Villa della Pace. Con l'arrivo dell'emergenza Covid 19 la casa di riposo si è trovata a fare i conti con la carenza di dispositivi di protezione: impossibile reperire mascherine e gel igienizzante sul mercato, se non a prezzi stratosferici. E anche questa volta la direttrice non si è persa d'animo e ha lanciato un appello sulla pagina facebook della casa di riposo. Il risultato? Sorprendente. In pochi giorni è scattata una gara di solidarietà tra cittadini, amministratori locali, aziende del territorio e personaggi della cultura e dello spettacolo. Tutti si sono impegnati a dare una mano. La giunta comunale ha devoluto metà dell'indennità mensile alla casa di risposo.

Marisa Tisti, bergamasca, autrice di canzoni e testi teatrali, ha dato il via al tam tam mediatico coinvolgendo nella raccolta di fondi e dispositivi di protezione individuale anche Barbara De Santi, mantovana, volto noto di Uomini e donne over, e la modella e showgirl bergamasca Pamela Rota. "Quando Marisa mi ha parlato delle difficoltà di questa casa di riposo - racconta De Santi - ho iniziato a pensare cosa avremmo potuto fare per raccogliere materiale e fondi da devolvere alla direzione. La prima idea è stata di remixare, cambiando le parole, il mio tormentone 'L'estate viene e va', che così è diventato 'Il virus viene e va' poi ho approfittato di ogni intervista per lanciare appelli a sostegno di Villa della Pace, e, per quanto mi hanno riferito, sono arrivate numerose donazioni". Pamela Rota, che oggi gestisce un outlet di grandi firme ha deciso di mettere all'asta on line alcuni capi esclusivi e devolvere il ricavato a Villa della Pace. "Mi sembra un dovere anzitutto morale aiutare queste persone - dice Rota -, ho fatto delle storie sui social e ho attivato i miei contatti all'estero per recuperare mille mascherine da consegnare alla casa di riposo".

Le donazioni continuano ad arrivare ma non bastano. "Le difficoltà sono molteplici - spiega Colombo - il gruppo di volontari che si occupava della portineria, dello spostamento degli ospiti tra i due piani, della tombola, del canto e di tante altre attività, è stato costretto a interrompere la collaborazione perché appartenente alle cosiddette fasce a rischio. In questo momento è assente il 34% del personale addetto all’assistenza diretta: molti infermieri, operatori socio sanitari e terapisti sono in malattia. Chi resta in servizio è sottoposto a turni pesanti, saltando riposi e ferie. Quello che più pesa non è la fatica fisica, ma quella emotiva di vedere andar via gli ospiti uno ad uno. In un giorno sono morti tre anziani. Persone che, nella maggior parte dei casi, erano con noi da parecchi anni, ed erano per noi come dei parenti. Con ognuno di loro se ne va anche una piccola parte di noi".