Bergamo, querelle per un concorso: la Provincia finisce alla "sbarra"

Una dipendente fa ricorso dopo essere stata esclusa da una selezione interna. Chiesti anche 50mila euro di danni

La sede dell’amministrazione provinciale di Bergamo in via Tasso (De Pascale)

La sede dell’amministrazione provinciale di Bergamo in via Tasso (De Pascale)

Bergamo, 25 maggio 2018 - Approderà in tribunale il 15 giugno prossimo, davanti al giudice del lavoro Maria Vittoria Azzollini la querelle giudiziaria che fede contrapposti la Provincia di Bergamo e una propria dipendente. Quest’ultima accusa l’ente di averla esclusa, nel dicembre 2016, dalla selezione interna per titoli e colloquio individuale per il conferimento dell’incarico della posizione organizzativa relativa al settore Appalti per gli anni 2017-2019 e chiede, oltre che di essere ammessa all’incarico, un risarcimento per il danno morale subìto di 50mila euro. L’amministrazione provinciale, assistita dagli avvocati Giovanni Vavassori e Katia Nava, ritiene invece che il ricorso della dipendente debba ritenersi infondato in quanto l’operato del dirigente che ha indetto la selezione è stato rispettoso della normativa in materia e delle norme procedurali.

Ma andiamo con ordine. Tutto inizia il 29 dicembre 2016, quando la Provincia notifica alla dipendente l’impossibilità di accogliere la sua domanda di partecipazione alla selezione, per la quale si ritengono legittimati solo i lavoratori a tempo indeterminato con rapporto di lavoro a tempo pieno, in quanto la dipendente risulta titolare di rapporto di lavoro a tempo parziale. La selezione si conclude quindi con l’assegnazione dell’incarico ad un’altra lavoratrice dell’ente di via Tasso. Il 7 gennaio 2017 la dipendente “sconfitta” chiede al giudice del lavoro di Bergamo di consentirle l’accesso alla selezione interna e il 21 aprile 2017 chiede l’annullamento del provvedimento che l’ha esclusa dalla partecipazione alla selezione.

Il 2 marzo del 2018 il giudice del lavoro ordina alla Provincia di riaprire la selezione, consentendo la partecipazione della dipendente che è stata esclusa, con la condanna dell’ente al risarcimento del danno da perdita di chances in misura pari al 50% della retribuzione di posizione prevista per l’incarico fino al rinnovo della selezione. Il 5 marzo 2018 l’ente di via Tasso indice pertanto una nuova selezione interna che, il 26 marzo, si conclude però con la conferma dell’incarico alla dipendente che già si era affermata nel dicembre del 2016. La lavoratrice “sconfitta” non ci sta e intenta una causa in tribunale, accusando l’amministrazione provinciale di non aver proceduto, nella nuova selezione, al colloquio individuale, bensì ad un esame, e di aver travisato i punteggi contenuti nelle griglie di valutazione delle candidate. L’ultima parola spetta ora al giudice del lavoro.