"Commercio fra fallimenti e “cassa“"

Migration

E’ uno dei settori che sta pagando a caro prezzo la crisi dovuta alla pandemia. Stiamo parlando terziario. I numeri fotografano impietosamente la situazione attuale, e quello che si leva è un grido d’allarme. Entrando nello specifico, nella nostra provincia, come nel territorio regionale, rispetto al primo semestre del 2019, il numero degli occupati del settore è notevolmente diminuito: si stima che circa 100mila persone in Lombardia, oltre 7mila solo a Bergamo, non siano più attive nel comparto. Ma quello che colpisce, è che anche le grosse catene commerciali annaspano, non ce la fanno più e chiudono.

"Una crisi davvero preoccupate che colpisce sia le piccole attività commerciali che i grandi gruppi come Scarpe&Scarpe, Conbipel, H&M e Kidlitz – ha spiegato Mario Colleoni, segretario generale della Filcams-Cgil provinciale – A dicembre la richiesta di ammortizzatori sociali è cresciuta del 9,6% rispetto al mese precedente, unico comparto ad assistere a una tale dinamica. Certo, già nella fase pre-Covid nel terziario e nei servizi i dati non erano incoraggianti e il lavoro era sempre più povero, sia dal punto di vista salariale che delle tutele, soprattutto nel commercio, nelle pulizie, nelle mense e nella vigilanza".

I motivi vengono da lontano: "Negli ultimi sei anni la ripresa dei consumi è stata inferiore rispetto a quanto era avvenuto tra il 2005 e il 2008 – continua Colleoni – A Bergamo e in Lombardia il potere d’acquisto negli anni è cresciuto in modo molto limitato rispetto ad altri grandi paesi europei. Nei nostri uffici abbiamo ascoltato qualche racconto di lavoratore spinto a dimettersi, visto che licenziare non è possibile. Molte imprese all’interno del settore negli anni hanno sottovaluto l’avvento di nuovi scenari e il cambiamento delle dinamiche della domanda: gli investimenti nelle piattaforme e nell’e-commerce, così come le aggregazioni da parte dei piccoli imprenditori, sono stati a Bergamo molto esigui e questo ha consentito ai grandi gruppi di acquisire sempre più quote di mercato a discapito dei piccoli commercianti, che oggi sono i primi ad essere in difficoltà".

Come provare a uscire da questa crisi? Per Colleoni "urge fare un passo in avanti. Il mondo che ricordiamo difficilmente tornerà, i lavoratori hanno bisogno oggi più di ieri di risposte e di buona occupazione, se non nel medesimo settore, almeno in grado di garantire loro libertà e autonomia".

Francesco Donadoni