Città Unesco per la gastronomia, Bergamo avanza la sua candidatura

La città capofila di un ampio comparto produttivo e territoriale che comprende, anche, le province di Lecco e Sondrio

Bergamo, capitale del formaggio

Bergamo, capitale del formaggio

Bergamo, 26 giugno 2019 - Bergamo è candidata a diventare città creativa per la gastronomia. A sostenerla, il Consiglio Direttivo della Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco nella seduta del 13 giugno scorso, e 29 realtà del territorio bergamasco. Due i criteri individuati dalla Commissione ai quali Bergamo ha saputo cogliere nel segno : l’adesione massiccia della comunità locale e della società civile al progetto di Città creativa, e il valore della candidatura nella crescita economica delle città, in un’ottima di crescita internazionale. Bergamo è, dunque, capofila di un ampio comparto produttivo e territoriale che comprende, anche, le province di Lecco e Sondrio, capace di proporre le proprie ricchezze, sia sul territorio nazionale, che sul panorama internazionale, anche attraverso le produzioni agroalimentari.

«A Bergamo esistono 9 Dop per quanto riguarda la produzione casearia – commenta il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori – Formai del Mut, Taleggio, Bitto, Grana Padano, Gorgonzola, Quartirolo Lombardo, Provolone Valpadana, Salva Cremasco e Strachitunt rappresentano il simbolo di un territorio fertile, modello di sostenibilità a 360°». Se tutto andrà per il verso giusto, Bergamo sarà, dunque, pronta a dialogare e costruire occasioni di scambio e progettualità con 180 città in 72 Paesi.

«Si è trattato di un lavoro di squadra che ha coinvolto esperti e imprenditori del territorio bergamasco – sostiene Francesco Maroni, Presidente dell’associazione San Matteo-le tre Signorie, di Branzi – La vera sfida, ora, è quella di raccordare gli interi territori coordinando un progetto di sistema, che ci permetta di parlare al mondo del nostro prestigioso patrimonio: la Cheese Valley».

In provincia sono presenti 889 aziende nell’ industria alimentare e 1.115 siti produttivi, che danno lavoro a ben 8 mila persone, di cui il 10% è rappresentato dai giovani. Parlando di numeri si contano 1.291 allevamenti di bovini, 449 di ovini e caprini, 118 aziende nel commercio al dettaglio di latte, 60 nel commercio all’ingrosso e 68 nella produzione di derivati del latte. La candidatura prosegue ora verso Parigi, in attesa che vengano nominate due sole città creative italiane.