Cinque vittime e l’impegno civile

A via Palestro l’auto carica di tnt andò in pezzi alle 23:14 e il boato fu sentito in tutta la città. Nascosto nella Fiat Uno parcheggiata davanti al Padiglione di Arte Contemporanea c’era tanto di quel tritolo che il motore della macchina fu trovato quasi a 300 metri. Intorno a quell’auto c’erano un vigile urbano, Alessandro Ferrari, tre vigili del fuoco, Carlo La Catena, Stefano Picerno e Sergio Pasotto, avvertiti poco prima da una telefonata anonima che aveva segnalato "del fumo uscire da una Fiat Uno parcheggiata in via Palestro", e Moussafir Driss, un marocchino che stava dormendo su una panchina dei giardini pubblici. Nel momento stesso in cui il vigile urbano Alessandro Ferrari, 29 anni, cercò di aprire la portiera di quell’auto grigia, tutti e cinque furono investiti in pieno dalla scoppio. A trent’anni di distanza resta il ricordo dei familiari e dei milanesi. Dal sacrificio dei Vigili del fuoco è nata anche un’associazione, intitolata a Carlo La Catena, con l’obiettivo di "incentivare la cultura della legalità e dello stato di diritto".