Chiudono i negozi nelle valli Manca il ricambio generazionale

Nella Bergamasca faticano pure le presenze storiche, con i titolari che non vengono sostituiti. I dati di Ascom testimoniano un saldo negativo record nel 2022 con 450 imprese chiuse

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Le più penalizzate sono le montagne, dove piccoli presìdi spesso non vengono più sostituiti. Ecco perché il saldo negativo (-85) nel 2022 in Valle Seriana e di Scalve con 195 chiusure pesa ancora di più di quello in pianura così come quello (-52) in Valle Cavallina con 124 chiusure, mentre le cessazioni in Valle Brembana sono più modeste, 81, con un saldo di poco negativo (-23). Il commercio nella Bergamasca è in forte crisi, è la grande vittima di questi mesi con attività che aprono per chiudere poco dopo o vecchie gestioni che si arrendono. Le cause? Bollette di luce e gas schizzate alle stelle, affitti troppo alti e un ricambio generazionale che non garantisce più la continuità, anche per le attività storiche.

Così si spiega la profonda crisi del settore, evidenziato dai dati di Ascom Bergamo (che rispetto agli aggregati del Registro Imprese non conteggiano il turismo). Le aperture nel 2022 sono state 1.203, le chiusure 1.650 con un saldo negativo record di -447 imprese: -1,95% rispetto al totale di 23mila aziende.

Nel 2021 le iscrizioni furono 1.307 (-8%) ma soprattutto le cessazioni furono 1.140, rispetto alle 1.650, con un balzo impressionante di +44,7%. Nelle maglie delle chiusure, dagli ambulanti alle attività di somministrazione. Interessante la ripartizione geografica delle chiusure che vede un’impennata nell’hinterland, con un saldo aperture-chiusure negativo che tocca quota 92 in un anno con ben 361 chiusure.

In una zona fortemente presidiata dai centri commerciali, le piccole e medie attività facevano fatica già in condizioni normali, ora il ciclone Covid e i rincari in bolletta hanno fiaccato la resistenza di numerosi esercizi. Paradossalmente Bergamo, che ha dovuto affrontare una marea di chiusure (299), si salva perché conta su un turn over più alto (il dato delle aperture: 223) che porta a un saldo comunque negativo (-76). Nella Bassa, il saldo è -48. "È stato un anno terribile – sottolinea Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo – perché il numero delle chiusure è senza precedenti". Michele Andreucci