
La chiesetta degli ex Ospedali Riuniti
Bergamo, 4 ottobre 2019 - Dopo il ricorso al Tar contro la prelazione esercitata per la chiesetta degli ex Ospedali riuniti, l’Associazione musulmani di Bergamo potrebbe intraprendere una nuova azione in Tribunale contro la Regione Lombardia, per presunti «profili di discriminazione a tutela del diritto di proprietà». Il dubbio dei musulmani è il seguente: se l’aggiudicatario dell’immobile fosse stato un altro dei soggetti presenti all’asta, la Regione avrebbe comunque esercitato la prelazione? L’offerta più alta per la chiesetta, messa all’asta dall’Asst Papa Giovanni di Bergamo (Azienda ospedaliera controllata dalla Regione) era stata quella degli islamici, con un rialzo dell’8% sulla base di 418.700 euro.
Alla gara, tuttavia, parteciparono anche la Comunità ortodossa romena (dal 2015 negli spazi della cappella in comodato d’uso gratuito) e un imprenditore del settore alberghiero. L’esito delle buste – il 25 ottobre 2018 – sollevò un enorme polverone politico tra centrodestra e centrosinistra (proprio la Regione, nel 2015, varò la cosiddetta legge Anti-moschee).
Il caso spinse il governatore Attilio Fontana a spendersi in prima persona, annunciando il diritto di prelazione e congelando di fatto l’iter di aggiudicazione della gara, fino alla primavera del 2019. Solo allora, dopo le verifiche di legge, l’immobile venne assegnato ai musulmani per 452.196 euro. Dopo la firma del rogito – entro i 60 giorni concessi dalla normativa – la giunta ufficializzò l’esercizio della prelazione con una delibera e la presentazione di un progetto culturale su misura per la chiesetta, con uno stanziamento di 501.282 euro. Ora lo scontro legale potrebbe arricchirsi di un nuovo capitolo.