Bergamo, chiesa ai musulmani: continua la polemica. "Legge anti-moschee da cambiare"

L'attacco del consigliere regionale Niccolò Carretta

La chiesetta degli ex Riuniti è stata venduta all’Associazione musulmani

La chiesetta degli ex Riuniti è stata venduta all’Associazione musulmani

Bergamo, 2 novembre 2018 - "Un'assurda vicenda che dimostra come sia urgente mettere mano alla legge incostituzionale “anti-moschee”. Bisogna permettere a tutte le religioni di avere un luogo sicuro dove pregare e soprattutto evitare che si ripetano situazioni come questa". A dichiararlo è Niccolò Carretta, consigliere regionale di Lombardi civici europeisti, che martedì durante il consiglio presenterà una interrogazione (firmata anche dalla collega Elisabetta Strada) sul caso della moschea di Bergamo, in cui chiederà "se non sia opportuno l’avvio di un tavolo per rivedere la normativa regionale in materia di luoghi di culto". Un caso, quello della vendita dell’ex cappella dei frati cappuccini situata nel cantiere degli ex ospedali Riuniti, che ha sollevato una raffica di polemiche, diventando anche un fatto politico. Visto che ad aggiudicarsela, dopo regolare asta pubblica indetta dall’Asst Papa Giovanni XXIII, è stata l’Associazione musulmani di Bergamo che ha vinto il bando presentando una offerta di circa 450mila euro, con un rialzo dell’8% rispetto alla base di 418mila euro. Superando altre offerte, tra cui quella della comunità ortodossa romena che dal 2015 utilizza la struttura in comodato d’uso, e quella di un gruppo alberghiero.

"Un pasticcio tutto targato centrodestra - sottolinea Niccolò Carretta - che prima mette in vendita una chiesa come fosse un magazzino e poi cerca di fare marcia indietro. Quello che è successo è paradossale, al limite del patetico. Le dichiarazioni del presidente Fontana e degli esponenti del centrodestra, con cui hanno messo in dubbio la correttezza del bando solo dopo aver visto chi l’aveva vinto, sono del tutto singolari. Fontana ha dichiarato, dopo primi giorni di silenzio imbarazzato, che la Regione è pronta a esercitare una presunta prelazione per ricomprare la chiesa in questione dalla comunità musulmana: ma come spiega ai cittadini lombardi che la Regione vende e si ricompra un proprio bene a un prezzo superiore della base d’asta, esponendosi molto probabilmente a costose spese legali? I soldi dei lombardi meritano maggior rispetto e serietà. Se per la Regione quella chiesetta era tanto importante non andava messa in vendita".

Nell'interrogazione Carretta chiederà spiegazioni ufficiali su come sia stato possibile che la Regione prima abbia autorizzato l’alienazione di una chiesa da parte di una propria azienda (Asst Papa Giovanni XXIII), che l’ha messa in vendita tramite bando pubblico, salvo poi dichiarare la volontà di esercitare un presunto diritto di prelazione ex post a una cifra superiore rispetto alla base d’asta per riacquistare tale bene dopo averlo dichiarato alienabile.