La cena, l'alcol, le violenze: così la turista americana 25enne è stata stuprata

Bergamo, condannato un mediatore culturale 60enne. L'uomo, alla lettura della sentenza, è scoppiato a piangere. La newyorkese, che ora ha 28 anni, aveva telefonato alla madre e ad un'amica subito dopo il fatto

Violenza sulle donne (Archivio)

Violenza sulle donne (Archivio)

Bergamo - È stato condannato a tre anni e quattro mesi (il pm Magnolo aveva chiesto cinque mesi in più) A. S. 60 anni, origini peruviane, mediatore culturale (per un periodo membro del Tavolo per le pari opportunità in Provincia) accusato di avere violentato una turista americana in una stanza di Airbnb. L’imputato era presente in aula alla lettura, accanto al suo difensore, avvocato Cortesi. Quando il presidente del collegio, giudice Nava ha letto pronunciato la condanna, l’uomo è scoppiato a piangere.

Il tribunale ha stabilito nei suoi confronti un’interdizione di cinque anni dai pubblici uffici e un risarcimento di 10 mila euro. I fatti risalgono alla notte tra il 16 e il 17 aprile 2019. La giovane, newyorkese, all’epoca 25enne, si era trasferita a Berlino per motivi di studio e stava rientrando in Germania dopo un viaggio in Grecia. Atterrata a Orio al Serio, doveva ripartire il giorno dopo. Attraverso il portale Airbnb (la catena non ha nessuna responsabilità) aveva prenotato un posto letto in un affittacamere di via San Bernardino. Ad accoglierla c’era il proprietario, A. S., che dopo averle mostrato la stanza l’aveva invitata a cena.

I due erano andati a mangiare in un ristorante di piazza Pontida. Controvoglia, sostiene lei: l’aveva fatto per gentilezza, per non farlo rimanere male. Sta di fatto che avevano bevuto parecchio e prima di rientrare in appartamento avevano fatto tappa in un bar per consumare altri drink. Tornati in casa, secondo il racconto della 25enne, l’uomo aveva cercato di baciarla, poi l’aveva girata, spogliata e violentata su un tavolo all’ingresso dell’abitazione. Nell’udienza scorsa l’imputato aveva raccontato la sua versione dei fatti, parlando di una bella serata in compagnia della ragazza, con qualche bacio ed effusione ma senza alcuna violenza, anche a causa della sua presunta disfunzione erettile.

Per questa ragione il suo avvocato ne aveva chiesto l’assoluzione perché il fatto non sussiste, chiamando a testimoniare anche il medico che gli aveva prescritto in diverse occasione del viagra e un certificato in cui si attestava il suo problema. Nel corso del processo, l’accusa aveva evidenziato come la ragazza – subito dopo il fatto, in piena notte – avesse telefonato in lacrime alla madre e a un’amica (dicendo di essere stata "forzata, non è riuscita a dire violentata") e contattato il mattino seguente anche la piattaforma Airbnb ("affinché, vi prego, fate in modo che questa persona non lo possa fare più").