Caravaggio, uccisi nella sala slot: perizia sul killer

Maurizio Novembrini freddò il fratello e la compagna

I carabinieri nella sala slot Golden Cherry teatro del duplice delitto

I carabinieri nella sala slot Golden Cherry teatro del duplice delitto

Caravaggio (Bergamo), 21 novembre 2018 - Sarà una perizia psichiatrica a stabilire la capacità di intendere e volere di Maurizio Novembrini, 48 anni, l’uomo che il 4 aprile 2018, all’interno della sala slot Golden Cherry di Caravaggio, uccise a colpi di pistola calibro 9, con la matricola abrasa, il fratello Carlo, 51 anni, originario di Gela, e la sua convivente Maria Rosaria Fortini, 40 anni, di Crema, con cui da un anno e mezzo aveva rpeso casa a Sergnano (Cremona). Lo ha deciso il gup del tribunale di Bergamo Maria Luisa Mazzola, che ieri mattina ha affidato l’incarico al professor Massimo Biza.

Il 19 febbraio sarà discusso l’esito della perizia: se l’imputato dovesse risultare capace di intendere e volere, è già stato ammesso al giudizio con l’abbreviato, lo speciale rito che, in caso di condanna, consente di beneficiare dello sconto di un terzo sulla pena finale. Le cause del delitto sono ancora da chiarire con precisione. Maurizio Novembrini, che è difeso dall’avvocato Paolo Birolini, durante l’interrogatorio davanti al gip Federica Gaudino, in modo confuso aveva spiegato: «Mio fratello mi ha rovinato, mi minacciava, mi ha aggredito e sono partiti dei colpi. Non volevo ucciderlo, ma difendermi e spaventarlo». Altro non ha mai riferito, chiuso nella sua confusione.

Secondo il pm Gianluigi Dettori, che contesta all’uomo l’accusa di duplice omicidio pluriaggravato e premeditato, sarebbe invece un delitto eseguito quasi come un gesto ordinario. La dinamica è l’unica cosa chiara della vicenda, grazie soprattutto alle numerose telecamere presenti nel locale, teatro della tragedia. Maurizio Novembrini, un passato burrascoso, ex sorvegliato speciale legato al clan Madonia, aveva agito a volto scoperto. Intorno alle 18 era entrato nella sala slot e aveva sparato al fratello, seduto alle macchinette, ferendolo. Quando Maria Rosaria Fortini si era gettata sul corpo del compagno per proteggerlo, aveva colpito anche lei esplodendo un proiettile a bruciapelo. Quindi aveva inflitto il colpo di grazia al fratello, sparandogli in bocca. Nel locale era presente anche la sorella dei Novembrini, Ornella, che aveva cercato di mettersi in mezzo, ma era stata bruscamente spintonata via da Maurizio e non aveva potuto fare altro che assistere a quella tragedia.

Il killer era poi fuggito, prima a bordo di una Panda, che aveva preso in prestito da un sacerdote di Rho, poi - dopo aver riconsegnato la vettura - era salito a bordo di un treno regionale per tornare a casa a Treviglio.Proprio sul convoglio i carabinieri della compagnia cittadina lo avevano arrestato, qualche ora dopo il delitto. Gli inquirenti non hanno ottenuto nessuna collaborazione dai familiari, per cercare di ricostruire lo scenario del duplice assassinio.