Caravaggio, gambizzarono un uomo per "sfrattarlo" dalla baracca: 3 arresti

L’agguato fu realizzato da un commando di 7 persone tra le quali anche una donna con un ragazzino

I rilievi dei carabinieri sul luogo dell'agguato

I rilievi dei carabinieri sul luogo dell'agguato

Caravaggio (Bergamo) - Lo avevano gambizzato nel rudere di via Pirolo a Caravaggio. L’episodio il 5 settembre del 2022. Erano le 10 di mattina. All’improvviso l’agguato e poi gli spari. Ieri i carabinieri del Comando provinciale di Bergamo hanno arrestato tre degli aggressori di B.A. alias Pedro, 42 anni, di origine marocchina, precedenti di spaccio, attivo da anni nella zona a sud della città, nei pressi del Santuario di Caravaggio. In manette sono finiti 3 cittadini italiani di etnia sinti: le ordinanze sono state emesse dal gip del tribunale di Bergamo su richiesta della procura (pm Aloisio).

Vengono contestati i reati di lesioni aggravate con l’uso di arma da fuoco, tentata estorsione, detenzione e porto illegale di arma da sparo in luogo pubblico. Motivo? Volevano soddisfare i propri interessi economici con una spiccata violenza e capacità intimidatoria, e per questo avevano attuato, assieme ai complici parimenti indagati ma a piede libero, un vero e proprio assalto.

L’intento degli indagati, infatti, dopo aver eseguito lo “sfratto“ del marocchino dal rudere, era quello di acquisire il pieno possesso sia dell’immobile che del pertinente terreno, acquistandoli dalla proprietaria residente fuori regione, in Liguria. Dopo le catture di ieri mattina, di cui due avvenute a Caravaggio ed una a Monza, due degli arrestati sono finiti nel carcere di Bergamo, mentre il terzo in quello della città brianzola.

Il marocchino era stato preso a sprangate e a colpi di pistola da un commando formato da 7 uomini, con i quali c’era anche una donna con un ragazzino. Una spedizione punitiva e intimidatoria per aver rifiutato di andarsene e cedere l’area, occupata abusivamente. Alle indagini hanno partecipato i militari della sezione operativa della Compagnia di Treviglio.

Intanto, il fabbricato dove il 42enne viveva è stato definitivamente raso al suolo, come prescritto dalle ordinanze concertate con le istituzioni superiori e le forze dell’ordine. Dopo la rimozione dell’eternit lo scorso ottobre, martedì 20 dicembre è partita la demolizione, ma è stato necessario sgombrare un nuovo “inquilino“.

Quel rudere, un tempo usato anche come porcilaia, era disabitata da una decina d’anni, da quando il precedente proprietario era morto. A primavera del 2021 pareva che qualcuno l’avesse acquistata, visto che le era stata data una ripulita. Invece, l’edificio con il trascorrere del tempo si era trasformato in una sorta di rifugio per sbandati e un piccolo market della droga.