Uomo bruciato ad Albino, caccia a due ucraini sospetti

Si sono resi irreperibili, spunta la pista passionale di Rocco Sarubbi

Vasyl Nykolyuk

Vasyl Nykolyuk

Albino, 17 ottobre 2015 - Avrebbero imboccato una strada risolutiva le indagini sul cadavere trovato carbonizzato nel baule di un’auto ad Albino una settimana fa e sulla scomparsa del cittadino ucraino Vasyl Nykolyuk (nella foto), proprietario della stessa automobile. Nel mirino degli inquirenti ci sarebbero due connazionali dell’uomo scomparso, anch’essi irreperibili.

Gli investigatori hanno appurato che sabato Vasyl Nykolyuk, 33 anni, ha trascorso la serata nell’appartamento di Stezzano assieme a dei connazionali. Alcuni di loro erano in compagnia delle mogli. La casa di Stezzano, posta sotto sequestro dai carabinieri che indagano sull’omicidio di Albino, si trova all’interno di una palazzina di via Zanchi e risulta affitata a tal Ljubov Gromey, 40 anni, ucraino come Vasyl. L’uomo è sposato. Attualmente è senza lavoro, motivo per cui sua moglie (che ha collaborato con le forze dell’ordine) ha deciso di andare a vivere altrove, in casa di parenti. E Ljubov è irreperibile: forse potrebbe essere all’estero. Oltre a lui all’appello manca un altro connazionale di Vasyl, che quella sera era anche lui a Stezzano. I due sono scappati perchè sono stati testimoni dell’omicidio, oppure vi hanno partecipato?

I carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo e i colleghi della Compagnia di Clusone li stanno cercando, ma per il momento non si sbilanciano, soprattutto perchè mancano ancora dei dettagli che permettano di ricostruire esattamente cosa è successo. Secondo indiscrezioni, una delle piste seguite sarebbe quella di una lite per motivi passionali. Vasyl aveva un carattere piuttosto impulsivo, e forse quella sera, sotto l’effetto dell’alcol, aveva fatto qualche apprezzamento esagerato a una delle donne presenti. I sigilli affissi all’abitazione di Stezzano lasciano intendere che quella sera proprio lì potrebbe essere iniziata la lite poi degenerata e culminata altrove con l’omicidio di Vasyl.

Anche se l’esito del test del Dna non è ancora arrivato dai laboratori dei Ris di Parma, gli inquienti sono in possesso di altri elementi importanti al punto da sbilanciarsi nell’affermare che il corpo carbonizzato appartenga proprio a lui. Del resto, se il cadavere carbonizzato non è del 33enne ucraino domiciliato in via Berizzi, a Bergamo, a chi apparterebbe? A un altro degli ucraini presenti sabato a Stezzano? Gli inquirenti tendono a escluderlo. Intanto l’autopsia effettuata giovedì al Papa Giovanni XXIII, ha escluso che la vittima abbia subito traumi violenti provocati da coltellate o un colpo da arma da fuoco. Non risultano, infatti, ossa spezzate e probabilmente l’uomo trovato morto non era nemmeno legato quando è stato lasciato nel bagagliaio della Opel Vecrta poi data alle fiamme.

di Rocco Sarubbi