Caccia al Dna del Covid, oltre 2.200 adesioni

Le ha raccolte il Mario Negri nel giro di due settimane. E ora il progetto si allarga da 3 a 15 Comuni tra Valle Seriana e Val Gandino

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di Luca Calò

Più di 2.200 adesioni in 14 giorni e un considerevole aumento dei cittadini coinvolti. “Origin“, lo studio dell’istituto Mario Negri che intende indagare se esista una relazione tra fattori genetici e Covid 19, dopo due settimane dall’inizio della prima fase può tracciare un bilancio positivo e rilanciare la propria azione. L’appello seccato di Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano che il 13 ottobre aveva invitato i cittadini a compilare il questionario non prima di aver sottolineato la scarsa adesione all’iniziativa, ha evidentemente prodotto i suoi frutti.

Inizialmente infatti i ricercatori del Mario Negri avevano ipotizzato di condurre l’indagine solo nei Comuni di Alzano, Nembro e Albino, vale a dire i tre più colpiti a livello nazionale. Ora la decisione di allargare la platea coinvolgendo altri 15 Comuni tra Valle Seriana e Val Gandino. Non cambia l’obiettivo e cioè accertare se l’alta percentuale di penetrazione del virus in Valle Seriana e la virulenza che si è registrata in questa zona possano in qualche modo essere in relazione con le caratteristiche genetiche dei residenti.

"L’ipotesi alla base del progetto – spiega Marina Noris, capo laboratorio di Immunologia e genetica del Mario Negri – è che le variazioni dell’assetto genetico di un individuo possano avere un’influenza sulla gravità della malattia Covid-19 e possano spiegare le diverse risposte all’infezione". In questa prima fase ai cittadini, che partecipano su base volontaria, viene chiesto di compilare un questionario utile a raccogliere le informazioni sulla loro esperienza con il Covid.

Il questionario è disponibile online – collegandosi al sito origin.marionegri.it – o in forma cartacea presso il municipio o le biblioteche comunali. "Un grande risultato, quello raggiunto – afferma Giuseppe Remuzzi, direttore del Mario Negri – Dobbiamo ringraziare tutti i cittadini che, con profondo senso civico, hanno speso il loro tempo per rispondere alle domande e compilare il questionario. E con loro dobbiamo anche ringraziare i sindaci di questi tre Comuni. Si tratta di un progetto unico, un esperimento di ricerca di popolazione in una comunità che ha sofferto così tanto e a cui cercheremo di dare risposte. È già tantissimo quello che abbiamo raggiunto e siamo entusiasti per il profondo sostegno che stiamo avendo, ma non possiamo fermarci adesso. Serve ancora un grande sforzo di partecipazione".

Da oggi – come da progetto approvato dal Comitato etico del Papa Giovanni XXIII – il questionario sarà aperto ad altri 15 Comuni della Val Seriana e Val Gandino.La seconda fase del progetto prevedrà la selezione dei partecipanti allo studio che verranno invitati al Centro di ricerche cliniche “Aldo e Cele Daccò“ per un colloquio e un prelievo di sangue per le indagini genetiche. "L’adesione al questionario avuta finora nei tre Comuni è eccezionale. Ci auguriamo che questo si possa replicare negli altri 15 Comuni – dichiara Ariela Benigni, segretario scientifico e coordinatore delle ricerche – Per il successo del progetto, servono numeri molto elevati perché questo rappresenti perfettamente la popolazione. Abbiamo bisogno della partecipazione di tutti, in particolare di coloro che hanno avuto forme gravi di Ccovid. Nei loro geni si cela il segreto attraverso cui il virus colpisce. Vogliamo scoprirlo per poterlo combattere".

Intanto il virus continua a farsi largo anche nelle scuole. Nella settimana dal 19 al 24 ottobre si sono registrati 132 studenti positivi a fronte di 3.170 tamponi. Le classi in quarantena sono 50.