Caso Yara, tra Dna e reperti: fissato per ottobre il ricorso di Bossetti in Cassazione

595 pagine, suddivise in 21 punti, con allegato un cd

Massimo Bossetti (Ansa)

Massimo Bossetti (Ansa)

Bergamo, 30 marzo 2018 - Fissata al 12 ottobre la data della udienza in Cassazione, ultima spiaggia per Massimo Bossetti, il muratore, bergamasco di Mapello, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio. I giudici della Suprema Corte dovranno decidere sul ricorso con cui i difensori Paolo Camporini e Claudio Salvagni chiedono che venga annullata la sentenza con cui, il 17 luglio, la Corte d’Assise d’appello di Brescia ha ribadito il carcere a vita.

Un ricorso monumentale, 595 pagine, suddivise in 21 punti, con allegato un cd. Il Dna rimasto sugli indumenti della tredicenne di Brembate di Sopra, pietra miliare della condanna, sovrapponibile a quello di Bossetti, è anche l’architrave della difesa. È sottolineata una volta di più l’anomalia dell’assenza del Dna mitocondriale (che individua la linea materna) dell’imputato. Viene reiterata la richiesta di una nuova perizia. I legali contestano anche la ricostruzione medico-legale di quanto accadde nel campo di Chignolo la sera del 26 novembre del 2010 e il tempo di permanenza, fino al casuale ritrovamento del corpo, tre mesi dopo. Questi e altri elementi inducono gli avvocati di Bossetti a riformulare la tesi che Yara è stata colpita, spogliata e rivestita altrove e trasportata solo in un secondo tempo nel campo di Chignolo.