Bergamo, cambia il trend: uno su tre al ristorante

Locali pieni in città e in provincia. La novità: anche il pranzo del 25 dicembre organizzato fuori casa

Nonostante spiri aria di recessione, sarà un Natale da incorniciare per i ristoranti di Bergamo e provincia, a conferma di un’annata che molti non hanno esitato a definire la migliore di sempre. La voglia di festeggiare è più forte di crisi e inflazione e molti locali hanno già chiuso da tempo le prenotazioni. Un trend positivo che prosegue per tutte le festività. Ascom Confcommercio Bergamo stima una spesa di 13 milioni e 690mila euro per le festività nei ristoranti di città e provincia. Il pranzo di Natale e Santo Stefano, da soli, valgono oltre 8,5 milioni di euro, la vigilia più di 2,5 milioni, la cena del 25 e del 26 portano, sommati tra loro, altri 2,5 milioni. A festeggiare fuori casa per le festività sarà un bergamasco su tre: tra vigilia, Natale e Santo Stefano Ascom Confcommercio Bergamo ha stimato infatti 349.500 clienti ai tavoli dei 1.712 ristoranti. Il 90% dei ristoranti propone un menù per la vigilia, mentre per le cene di Natale e del 26 dicembre Ascom stima che terrà aperto il 70% dei locali di città e provincia.

"Le richieste sono altissime- conferma Petronilla Frosio, presidente del Gruppo ristoratori Ascom Confcommercio Bergamo –. Si chiude un anno senza dubbio estremamente positivo per il comparto". I prezzi hanno subito qualche ritocco per i pesanti rincari di materie prime ed energia: si va dai 45 euro ai 90 euro in media, fino ai 150 euro in su per i locali più blasonati. Il budget per il cenone è più alto: da una base di 45 euro si sale in media sui 75-90 euro, con cifre più alte per ristoranti più rinomati e cenoni con spettacoli. Francesco Donadoni