Bergamo, dimesso dall'ospedale il bimbo di 5 anni con il polmone donato dal papà

Il piccolo sta bene e ha lasciato la struttura a poco più di un mese dall’intervento di trapianto da donatore vivente, il primo in Italia per questo organo

Bergamo, 27 febbraio 2023 -  La famiglia di Mario (nome di fantasia per la sua passione per il gioco 'Super Mario Bros' torna a sorridere. Nella mattinata di oggi, all’ospedale al Papa Giovanni XXIII di Bergamo, a poco più di un mese dall’intervento di trapianto di polmone da donatore vivente, il primo in Italia per questo organo, è stato annunciato che il bambino che ha ricevuto parte del polmone dal papà è stato dimesso e sta bene.

La prima diagnosi

Il piccolo, 5 anni, era arrivato in Italia assieme alla madre nel 2018 e pochi mesi dopo si erano riuniti con il padre. L'anno successivo al loro arrivo in Italia, i genitori di Mario (nome di fantasia) portano il figlio all'ospedale Meyer di Firenze per alcuni segnali di malessere, tra cui la febbre che non accenna a diminuire. Dopo gli esami, arriva la diagnosi di talassemia o anemia mediterranea: una patologia del sangue.

Il trapianto di midollo

Dopo due anni di trasfusioni di sangue periodiche, l'11 giugno 2021 si rende necessario un trapianto di midollo. Nonostante la buona riuscita del trapianto, proprio questa donazione del midollo dal padre, con conseguente "trasferimento" del sistema immunitario del genitore sul figlio, genera la cosiddetta malattia da trapianto contro l'ospite (Graft versus Host Disease, GvHD), una grave complicanza che si osserva nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico. Questa malattia, cui si somma l'effetto dei farmaci utilizzati per il trapianto, danneggia i polmoni al punto che il bambino rischia di perdere completamente la capacita' di respirare in modo autonomo.

Il trapianto di polmoni

L'unica speranza e' un trapianto di polmoni. Nell'autunno del 2022 gli specialisti dell'ospedale Meyer di Firenze contattano il Papa Giovanni XXIII di Bergamo per valutare ed eventualmente inserire il bambino in lista per il trapianto di polmone.  Il 1 dicembre 2022 la famiglia di Mario arriva a Bergamo all'ospedale Papa Giovanni XXIII per eseguire tutti gli accertamenti in preparazione del trapianto polmonare. Il bimbo e' ricoverato nel reparto di Pediatria. Il bambino si presenta in buone condizioni, ma ha bisogno di dell'assistenza respiratoria. I medici presentano ai genitori l'enorme vantaggio rappresentato da un trapianto con un organo donato dal padre, che ha gia' donato il midollo e quindi trasferito la sua immunita' al figlio. Questo avrebbe eliminato il rischio di rigetto.

Bergamo, il piccolo Mario con suo papà
Bergamo, il piccolo Mario con suo papà

Il primo intervento in Italia

Nonostante al Papa Giovanni questa strategia sia stata gia' adottata per il trapianto di fegato, nel caso del polmone tale intervento non era mai stato fatto in Italia ed aveva pochissimi precedenti in Europa, a causa della grande difficolta' tecnica e della rarita' di tale situazione. I genitori di Mario si dicono immediatamente pronti a fare tutto il necessario pur di salvare la vita al figlio. Il trapianto viene eseguito martedi' 17 gennaio 2023 in due sale chirurgiche adiacenti, che lavorarono in parallelo. L'intervento e' guidato e coordinato da Michele Colledan, che effettua il trapianto sul bambino, mentre Alessandro Lucianetti, direttore della Chirurgia generale 1 - addominale toracica, esegue il prelievo del lobo polmonare destro dal padre donatore. Tutta la procedura in sala operatoria è durata 11 ore

"L’estrema rarità di questi casi — ha spiegato Michele Colledan, direttore del Dipartimento di insufficienza d’organo e trapianti e dell’Unità del Papa Giovanni XXIII — e i limiti tecnici del trapianto da vivente, nel caso del polmone non lo rendono un’opzione terapeutica di facile applicazione. Per questo, diversamente da quanto succede per altri organi, non viene abitualmente considerata alla portata di tutti. L’intervento segna comunque per il nostro ospedale una tappa importante in un percorso di crescita dell’attività di trapianti quasi quarantennale. Un cammino intrapreso grazie al pionierismo di Lucio Parenzan nella cardiochirurgia pediatrica e che ci ha portati, anche grazie a Giuseppe Locatelli, alla specializzazione nelle patologie del bambino congenite e acquisite e che, negli ultimi 20 anni, si è rafforzata puntando ad un’attività clinica di alto livello sul polmone, anche nell’adulto". Un trapianto da vivente risulta in Germania nel 2012. La banca dati EuroTransplant, che mette in rete alcuni paesi dell’Europa centrale, registra due casi negli ultimi dieci anni.

Il post operatorio 

Subito dopo l'intervento il bambino viene ricoverato per due settimane nella Terapia intensiva pediatrica. Al suo arrivo in rianimazione e' ancora attaccato al sistema di circolazione extracorporea ECMO (ExtraCorporeal Membrane Oxygenation) utilizzato per l'intervento. La ECMO viene mantenuta per quattro giorni fino alla ripresa di una buona funzione polmonare. Otto giorni dopo il trapianto Mario raggiunge l'autonomia respiratoria con sospensione della ventilazione invasiva. La madre ha libero accesso fin dal giorno successivo al ricovero, mentre il padre ha potuto rivedere il figlio dopo circa una settimana, dopo essersi ristabilito dall'intervento. Il bimbo viene trasferito in degenza ordinaria il 1 febbraio in Pediatria, nello stesso reparto che lo ha seguito a dicembre. Si trova in ottime condizioni generali. Il decorso clinico e' molto lineare. Mario ricomincia le sue normali attivita' senza bisogno di alcun sostegno respiratorio, grazie al suo nuovo polmone donato dal padre, perfettamente funzionante.

Le dimissioni

Le dimissioni del bambino arrivano martedi' 21 febbraio, a poco piu' di un mese dall'intervento. Mario restera' per qualche tempo a Bergamo per sottoporsi ai controlli post-trapianto. Come raccontato dal direttore generale del Papa Giovanni, Maria Beatrice Stasi, la famiglia è ora ospitata in un alloggio "messo a disposizione dall'associazione 'Amici della Pediatria',che supporta le famiglie di bambini ricoverati qui e che arrivano da altre regioni o altri stati". Poi Mario potrà tornare a casa e ricominciare una vita normale. La sola limitazione per il padre riguarda una riduzione del 20% del volume polmonare complessivo. Va pero' considerato che le normali riserve polmonari di un uomo adulto consentono, nonostante questa limitazione, non solo di condurre una vita del tutto normale, ma anche di eseguire attivita' sportiva. 

Il papà: "E' stato il giorno più importante della mia vita"

"Quando i medici mi hanno chiesto se fossi d'accordo, ho risposto subito: sono pronto. Quel giorno ero senza parole: è stato il giorno più importante della mia vita perché avrei potuto salvare mio figlio. Ora dopo il trapianto ho visto che gioca, che potrà andare a scuola e potrà avere una vita come tutti gli altri: non ci sono parole per l'emozione che sto provando", ha detto il padre di Mario, 34 anni. "Non so come ringraziare quanto è stato fatto - ha aggiunto Anduel, molto commosso -. Da solo io posso salvare una vita: questo vuol dire che tutti non possiamo salvare il mondo, ma tante vite sì". "Mario - ha detto ancora - sa cosa è successo e dice soltanto che deve guarire per poter tornare a vivere una vita normale. Il suo primo desiderio è stato un Lego,: è un grande appassionato. Ovviamente gliel'abbiamo regalato".

Il professore Colledan: "La famiglia non ha mai esitato"

"Quando ho proposto, all'inizio dell'iter, l'ipotesi di un trapianto da vivente, la famiglia di Mario non solo non ha mai esitato, ma mi hanno detto che, se non l'avessi proposto io, me l'avrebbero chiesto loro", ha raccontato con grande emozioni il professor Michele Colledan, direttore del Dipartimento trapianti e della Chirurgia generale 3 dell'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, nel ricordare le fasi che hanno preceduto l'eccezionale intervento di trapianto. "Il polmone è tra gli organi più rigettati - ha aggiunto Colledan - ma in questo caso il bambino non rigetterà mai il polmone del padre. Il polmone è tra gli organi meno trapiantati in Italia, con 100-150 casi l'anno e tempi d'attesa medi di 2,6 anni per gli adulti e 4-6 anni per l'età pediatrica. Solo il 10% dei donatori, inoltre, ha polmoni adeguati".